F.B. – Come siete venuti a conoscenza del concorso Suonare@Folkest e per quale motivo,
principalmente, avete deciso di partecipare?
N.F – Ho cominciato a seguire assiduamente Folkest ormai più di vent’anni fa, sperando di potervi partecipare prima o poi, con il mio gruppo, gli AL TEI; per svariati motivi, non ci siamo mai candidati, pur vantando ormai una carriera quasi ventennale. La nascita di NA FUOIA, una delle tante declinazioni di AL TEI, mi ha convinto che i tempi fossero maturi per tentare questa avventura, e mi ritengo soddisfatto della mia decisione.
F.B. – Parliamo di voi e della vostra musica: presentatevi specificando i singoli strumenti, il genere, perché lo avete scelto, da cosa traete ispirazione?
N.F – Annachiara è una violinista di estrazione classica, da un po’ di anni si è addentrata nella musica irlandese, formando un gruppo che ripropone appunto questo tipo di repertorio, i RED VIOLIN, questo è il loro nome, dovuto al colore ramato della sua fluente chioma. Da tempo cercavo sul nostro territorio, qui in Cadore, un violinista motivato ed interessato al recupero di una tradizione violinistica, ma ormai destinata a soccombere, essendo eseguita da solo due anziani suonatori, che sempre meno si esibiscono, e per il disinteresse, da parte delle nuove generazioni di suonatori per il violino, preferendo la più versatile fisarmonica. Il divario generazionale tra noi, è stato un po’ un ostacolo, nella fase iniziale essendo Annachiara una ragazza giovane, ma poi tutto si è sviluppato nel migliore dei modi, con entusiasmo e passione, dovuto anche a un immediato e lusinghiero riscontro. La coppia di suonatori… come un tempo ce n’erano tanti ad animare le feste nelle” stue” o nelle piazze dei paesi, come da mia idea iniziale, si era finalmente concretizzata.
Io invece, sono un appassionato di folk da quando, praticamente ho cominciato ad ascoltare musica, ho suonato per tanti anni musica irlandese e brani del grande movimento del folk revival che giungeva dalle isole britanniche negli anni Ottanta e Novanta, maturando parallelamente, l’intenzione di dedicarmi seriamente alla mia tradizione musicale, quella che è in qualche modo sopravvissuta nelle nostre spesso maltrattate vallate, con AL TEI , la formazione al gran completo, con L’Orchestra Popolare Delle Dolomiti, con cui ho il piacere di collaborare, e infine con NA FUOIA. Al violino di Annachiara ho accostato “al folet”, termine cadorino per identificare l’organetto diatonico, la mandola, l’armonica a bocca, e il clarinetto.
F.B. – Da dove venite e com’è, dalle vostre parti, la situazione della musica dal vivo?
N.F – Posso dire con piacere, che in questi ultimi anni la situazione della musica dal viov è molto buona, sia per quanto concerne ambiti lontani dal nostro, classica leggera, jazz e quant’altro, sia per la musica Folk. Molti piccoli gruppi si sono formati, alcuni legati al movimento del Balfolk, altri che suonano semplicemente per il piacere di farlo dando vita così a una vecchia, ma anche nuova forma di socialità sullo stile delle “irish session”, a base di manfrine, polche e valzer, a cadenza più o meno regolare in alcuni locali della valle, che hanno scoperto il piacere di spegnere la TV e ascoltare un po’ di buona musica in compagnia, finché la SIAE non interverrà in qualche modo.
F.B. – Qual è il vostro rapporto con la musica tradizionale e il territorio di provenienza?
N.F – Noi siamo molto legati alla nostra tradizione, la lingua, le usanze e la musica che soprattutto nella zona del Comelico e dello Zoldano, rivestono un ruolo assolutamente fondamentale nello sviluppo e nella conservazione della socialità.
F.B. Avete rapporti con le altre aree di parlata ladina?
N.F – Non particolarmente devo dire, i trentini si considerano un mondo a parte, poco attenti e interessati a ciò che succede oltre il Sella, come gli ampezzani del resto, cadorini a tutti gli effetti, ma più sensibili e affini, come i trentini, al confinante mondo germanico. Per quanto concerne la Ladinia della provincia di Belluno invece, nonostante le molte e sostanziali differenze linguistiche, ci si sente molto uniti e ed in sintonia.
F.B. – Torniamo a Suonare@Folkest: come vi siete trovati, cosa ricordate soprattutto di quella serata?
N.F L’esperienza di Suonare@Folkest è stata elettrizzane e ricca di piacevoli incontri, artistici e umani.
F.B. – Che progetti avete in cantiere?
N.F – Come NA FUOIA vorremmo per l’autunno incidere un CD dal vivo, vorremmo rispecchiasse né più né meno ciò che sente chi viene ad ascoltarci e proseguire le nostre ricerche e collaborazioni musicali, e, sempre per l’autunno, dovrebbe partire un progetto con una compagnia teatrale.
Ma più di tutto, vorremo continuare diffondere il nostro pensiero, che per fare musica, bastano due strumenti, la voglia di stare in compagnia, magari davanti a un bicchiere di vino o di un the caldo, nelle lunghe serate invernali che ci attendono.
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