Se volete sapere come è la salute della voce femminile del jazz italiano, questo doppio CD ve ne dà luminosa e dettagliata prova. Ventiquattro voci per ventiquattro cammei del repertorio di Lady – D. Canzoni scritte da lei (poche) e soprattutto “per” lei da autori come Charlie Mingus o Frank Sinatra, per fare due esempi. E’ una produzione dell’etichetta salentina Dodicilune, fiore all’occhiello del panorama jazz nostrano, e non solo. Ne parlo qui, sul Folk Bulletin, perché lo straordinario talento di Billie Holiday ha influenzato anche musicisti dell’area folk, nello specifico di quella dei folksinger d’oltreoceano, come ad esempio Dave Van Ronk e Karen Dalton. E quindi tra le due dozzine di tracce vi voglio segnalare quelle più vicine a questo mondo, quello dei fumosi folk club neworkesi che negli anni cinquanta e sessanta hanno visto nascere decine e decine di autori ed interpreti: qualcuno entrato nella leggenda, molti caduti nell’oblio nonostante i loro “numeri” evidenziati anche dalle registrazioni
E per tornare a Van Ronk e Karen Dalton ecco “God Bless The child” scritta nel 1939 da Arthur Herzog, interpretato dalla salentina Elisabetta Guido e Angelo Mastronardi al pianoforte, e quindi “Left alone” – una delle sette canzoni scritte dalla Holiday ma mai da lei registrata – scritta a quattro mani con il pianista Mal Waldron proposta da Antonella Chionna e Andrea Musci alla chitarra, e ancora la sorprendente versione al sapore africano di “My old flame” di Lisa Maroni e Baba Sissoko ak rigoni ed al tamani. E mi fermo qui.
Insomma, una bella idea quella di ricordare Billie Holiday – quanti in Italia ci hanno pensato ? – ed ancor più quella di coinvolgere quanto di meglio il jazz vocale di casa nostra offra a tutt’oggi. E le voci hanno riposto offrendo intepretazioni molto significative, da quelle più legate al jazz cosiddetto mainstream a quelle più intimiste, ma tutte contraddistinte da bravura, professionalità e grande rispetto verso il songbook di questa straordinaria figura della musica del secolo scorso, scomparsa troppo presto a New York nel 1959.
Alessandro Nobis