W la France! Un disco tutto europeo con un titolare polacco d’origine ma ormai parigino d’adozione, un produttore francese intelligente e sensibile, e un ensemble di straordinari musicisti d’oltralpe a circondarlo d’affetto e di ottima musica; in un disco fresco, coinvolgente, emozionante e sorprendente. Troppi gli aggettivi? Secondo me no. Vi piacciono gli Hazmat Modine? Questo disco pur non arrivando alle geniali provocazioni del gruppo newyorkese, (il che potrebbe essere anche non del tutto negativo), si muove sulle stesse tracce. Non ci sono esperimenti sonori qui, ma solo la voglia di dire qualcosa di “nuovo”, o meglio di “diverso” con suoni e strumenti tradizionali al servizio di composizioni che esaltano poesia, bellezza e spiritualità. Il disco è cantato in inglese (con un intrigante brano in polacco), ma non è il linguaggio usato ad essere importante. A essere importanti sono le canzoni e i loro arrangiamenti, mai banali e mai scontati. Il fatto che sia l’armonica a esserne la protagonista (anche se non assoluta) non vi faccia però pensare che il mio sia un giudizio di parte. Qui il mio strumento prediletto è messo davvero al servizio della musica. Questo non è un disco per chi ama l’armonica, questo è un disco per chi ama la musica.
Greg Zlap è un virtuoso del proprio strumento, ma mentre le canzoni si susseguono non ce ne accorgiamo neanche. La sua armonica sembra sempre essere lo strumento giusto ovunque sia suonata. Qui sta tutta la sua genialità. Sta nel fatto che non si pensa che quella che sta ruotando intorno alla sua voce non sia un’armonica; ma solo ciò che naturalmente dovrebbe abbracciare la canzone in quel preciso momento. C’è l’armonica ma questo non è un disco di blues. E nemmeno di country, anche se non mancano certo riferimenti a questi due generi musicali. Credo che sia ormai venuto il tempo in cui si debba accettare il fatto che l’armonica non è uno strumento solo blues o solo country ma uno strumento musicale e basta.
Nel disco, infatti, ho colto tantissime sfumature: rock, folk, pop, roots, gospel, jazz, ambient, le atmosfere notturne care aTom Waits, la musica francese doc e molto, molto altro ancora. Una musica senza confini direbbe qualcuno.
Il tutto miscelato in maniera splendida. Anzi aerea, per citare il titolo dell’album.
Spesso, troppo spesso l’armonica nella musica pop e rock viene usata poco e male. Quante volte ho visto cantanti famosi soprattutto in Italia ma sovente anche all’estero mancare di rispetto a questo strumento suonandolo in maniera del tutto inadeguata. Un consiglio disinteressato a tutti gli artisti e a tutti i produttori del mondo: acquistate questo disco, scoprirete tante cose sull’armonica che vi faranno, almeno lo spero, restare a bocca aperta e vi si aprirà un mondo.
A tutti gli altri, a tutti coloro che si nutrono delle emozioni che qualsiasi strumento quando è suonato con il cuore è in grado di offrire, consiglio invece di fare proprio questo disco nel più breve tempo possibile. Sono sicuro che vi chiederete: “Ma come ho fatto a farne senza fino ad oggi?”.
E da quel giorno tratterete l’armonica in maniera assolutamente diversa.
Lo giuro.
Fabrizio Poggi
Per saperne di più:
www.gregzlap.com
Qui c’è un divertente video della canzone che dà il titolo all’album:
(P.S. Il signore al dobro è Eric Sauviat grande chitarrista da anni nella band di Zachary Richard)
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