“Noi siamo tre calabresi e un lucano. Ma siamo pure del Nord… Milano, Bergamo, Torino, Alba. La vita di tanti meridionali è nell’emigrazione e questo riguarda anche i musicisti. La memoria e la nostra storia ci appassionano, la nostalgia meno. La diversità culturale è un’occasione di musica e di allegria qualsiasi sia l’orizzonte che ci ospita e la casa che ci accoglie. Suoniamo usu anticu ma siamo uomini di oggi”.
Abbiamo voluto riportare integralmente la parte finale dell’introduzione al libretto che Antiche Ferrovie Calabro-Lucane hanno scritto per presentare il loro primo disco con questo nome, perché ci è parsa una perfetta definizione del loro fare musica, sintesi (non certo conclusiva) di un percorso artistico che parte da lontano, dai Re Niliu anni Ottanta ai Nistanimera anni Duemila senza palese soluzione di continuità. La scommessa, vinta, pare fosse interpretare la classicità delle proprie tradizioni con uno spirito nuovo e antico allo stesso tempo, senza corromperle con strumenti avulsi dal contesto ma rinnovandole con l’aiuto di nuove composizioni “in stile”, sia musicali sia testuali, con elaborazioni pertinenti e sensate. E la metafora scelta, se non nuova, è per lo meno efficace per descrivere la sostanza e la forma della propria arte: fuori servizio, a scartamento ridotto, a vapore, ma pur sempre treno è, appartenente a pieno titolo alla stessa categoria mentale dell’alta velocità, delle carrozze ristorante, dei lussuosi Intercity, con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Il disco trasuda da ogni poro (sui vagoni delle FCL non c’era aria condizionata!) dell’impostazione rigorosa e provocatoria di “U Prohessora” Ettore Castagna, uno dei più brillanti intellettuali contemporanei (da sempre sosteniamo che la definizione di musicista gli stia stretta), qui impegnato a dirigere il convoglio suonando lire, fiati e altre piacevolezze auditive; lo accompagnano, ugualmente responsabili, “Micu da Giojusa” Domenico Corapi (voce, chitarre), “U nunnu” GianPiero Nitti (organetti), “Pìappi U Pulici” Giuseppe Ranieri (zampogna e ciaramella) e inoltre Salvatore Megna, indimenticabile voce solista di Re Niliu. Un classico senza tempo… però appena uscito. www.alfamusic.com
Enrico Lucchesi
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