Se nel 1984 ci fosse stato veramente un Grande Fratello, non so se avrebbe permesso ai vari Cutugno, Raf, Nannini, Scialpi e Righeira di guidare le classifiche italiane dei 45 e 33 giri (il Cd sarebbe arrivato subito dopo). Per fortuna che in un mare di tale musicaccia proprio in quell’anno esce il disco di un cantautore fra i più sensibili ed intelligenti dell’intero panorama italiano, pieno di canzoni memorabili come “Fiore di Maggio”, “Guido Piano”, “Rosalina”. Questo cantautore e un chitarrista colto, sia musicalmente che intellettualmente, sono apparsi, hanno incantato e coinvolto il pubblico dell’ VIII International Guitar Rendez-Vous a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Fabio Concato e Paolo Cattaneo, amici da una vita ma ritrovati da poco, hanno regalato per poco più di mezz’ora (troppo poco) parole, musica, emozioni, risate, con una vocalità varia ed intensa. Vocalità supportata da un chitarrismo sicuro, in telepatica armonia con le melodie spesso improvvisate di uno splendido sessantenne che pare non si diverta se non inventa qua e là giochi vocali colti ma non elitari, comunicativi ma mai banali.
Concato fra un brano e l’altro ha poi raccontato con grande ironia (e autoironia) alcuni aneddoti legati alla sua lunga carriera, che hanno realmente contribuito rasserenare e divertire tutto il pubblico in una fresca serata nel parco della splendida villa Brandolini.
Seguono quattro amichevoli chiacchiere che Fabio ci ha regalato con molta disponibilità.
Cominciamo con una domanda abbastanza scontata: Come componi le tue canzoni?
I primi vent’anni ho composto solamente con una vecchia chitarra classica, ma negli ultimi quindici ho cominciato ad usare una tastiera che ha un’approccio fisico diverso, più semplice in quanto a ogni dito corrisponde una nota. Mettere le dita a caso tante volte ti dà delle sonorità particolari, nuove!
A quale canzone e album sei più legato?
La canzone a cui sono più legato è “Gigi” scritta nell’89 e dedicata a mio padre, mancato un paio di anni prima, il quale mi ha trasmesso la passione di fare canzoni e ascoltare musica. E’ sempre stato un mio estimatore segreto, infatti non mi ha mai aiutato nè spinto particolarmente, pur potendolo fare.
Come album amo di più “Tutto qua”, il mio ultimo, molto diverso dal solito, con inediti usciti dopo undici anni di silenzio.Trovo solo un po’ strano aver messo insieme questi undici pezzi tutti molto, forse troppo “particolari”, che mi hanno coinvolto stranamente tutti allo stesso modo, come se ognuno di loro fosse il più bello.
Com’è il tuo rapporto con Paolo Cattaneo, il chitarrista che ti ha accompagnato?
Abbiamo ricominciato a frequentarci da non più di un’anno e mezzo. Ci frequentavamo trent’anni fa poi una volta reincontrati abbiamo capito che ci divertivamo a suonare insieme. Abbiamo bisogno di raccontare, di spiegare, anche grazie alla sua grande preparazione scientifica che ci fa capire come la musica agisce sul nostro cervello.
Voi improvvisate molto in concerto?
Ogni sera deve essere diversa sennò rischiamo di cadere nella routine: dobbiamo e vogliamo quindi donare al nostro pubblico qualcosa da ricordare anche se viene più volte ad ascoltarci. Per molti anni ho vissuto l’alienazione da concerti tutti uguali: guai a non provare a fare le cose che senti di poter fare.
Raccontaci il tuo rapporto con la musica brasiliana e il jazz.
Ti devo dire che amo tutto il “Sud del mondo” in generale ed il Brasile in particolare, passione che mi è stata messa nel cervello da mio padre, insieme al jazz.
Abbiamo ascoltato spesso insieme Antonio Carlos Jobim, Joao Gilberto, ma anche il primo Miles Davis, Coltrane, Parker, Bill Evans. Molte delle mie canzoni risentono di questa mia grande passione, ovviamente
Parlaci dei tuoi progetti futuri
Un progetto è cercare stimolo e divertimento: di canzoni non so quante e quali farò, ma voglio fare di sicuro qualcosa di diverso perchè ho necessità di stimoli nuovi. Anche con i concerti vado avanti cercando di avere e dare sensazioni alternative perchè è importante avere mete e darsi scadenze.
Grazie Fabio, oltre ad essere un sensibile cantautore, sei una persona squisita. Non è cosa da poco di questi tempi….
Alberto Grollo