Bentornati! O meglio ben trovati. Finalmente ricominciano i nostri appuntamenti sulle strade del blues. Sono felicissimo di questa nuova veste di FB che ci darà la possibilità di sviscerare ancora di più il nostro amore per la musica afroamericana in tutte le sue declinazioni. Il mio primo Blues Borders digitale inizia con le recensioni di quattro dischi che a mio parere ben rappresentano alcuni aspetti della situazione blues attuale. Naturalmente nei mesi che verranno il Blues Borders non ospiterà solo recensioni di dischi e concerti, ma anche interviste, approfondimenti e quant’altro raccoglierò nel mio cammino di musicista e scrittore ma soprattutto di grande appassionato di blues.
Il viaggio ricomincia. Salite a bordo. Si riparte. I’m on my way to BLUESLAND!
Fabrizio Poggi
DIAMOND JOE – Depot
Autoproduzione 2010
L’amico e collega Mat Walklate, irlandese di nascita ma inglese d’adozione, è davvero infaticabile. Non solo suona musica celtica con i Red House Devils (ottimo gruppo tra l’altro!) ma è sempre molto attivo anche con la sua blues band ovvero con i Depot. Mat è un formidabile polistrumentista che oltre a cantare suona armonica, chitarra, flauto e uillean pipes.
Tutte le sue influenze musicali che vanno dalla musica celtica al blues si possono evincere dall’ascolto di questo suo ultimo cd. O meglio EP visto che il disco contiene solo sette brani. Ma che brani!
Con lui in questa nuova avventura ci sono il fido Faul Bradley voce e chitarra, Anthony Haller al contrabbasso e il percussionista e cantante senegalese Koulaty Kabo. Il cd inizia con So long un brano liberamente ispirato a una canzone che John Work registrò con il suo banjo in Georgia nel lontano 1941. I Depot riscrivono il pezzo trasformandolo in una bella ballata tinta di blues. Nella song c’è posto anche per un intermezzo cantato da Koulaty in lingua Wolof; un intervento che sembra riportare il blues nella terra da cui è partito: l’Africa. Il continente nero e la voglia di ritornare alle radici della musica americana torneranno nuovamente, in tutto il lavoro.. Il cd prosegue con uno shuffle firmato da Blind Boy Fuller con l’armonica sugli scudi che conduce alla traccia numero tre in cui il flauto di Mat e le percussioni di Koulaty sembrano rievocare il Mississippi di Otha Turner e Ed Young. La resa di Diamond Joe classico del folk blues statunitense è strepitosa. Walklate decide di eseguirla a cappella. O meglio solo voce e cornamusa. E in questa versione da pelle d’oca ti sembra veramente di ascoltare tutta la drammatica storia dell’emigrazione irlandese verso la terra promessa d’oltreoceano. Da brividi. Il cd continua su livelli molto alti con un cambio d’atmosfera che si concretizza in una festosa e riuscitissima versione di Candy man di Mississippi John Hurt. A seguire una stringata ed essenziale versione per voce, chitarra e armonica di Trouble no more del grande Muddy Waters. A concludere il lavoro un brano per sola voce, armonica e percussioni scritto dalla band in cui l’armonica e le percussioni ci riportano indietro al tempo in cui i contadini neri e bianchi si ritrovavano sotto il portico di casa per scambiarsi il loro retaggio musicale. Il tempo in cui si piantavano i primi semi di quello che oggi chiamiamo blues.
Non è un disco facile da trovare. Ma cercatelo ne vale la pena.
Potete cominciare ad ascoltarlo cliccando su www.myspace.com/depotblues e su www.myspace.com/matwalklate1/music/playlists e poi scrivendo a depot@talk21.com
Dr. WU’ – Texas Blues Project Volume 2
Autoproduzione 2010
Jim Ashworth e Bryan Freeze sono due signori di mezza età con un grande senso dell’umorismo (basta vedere le copertine dei loro album) e un grande amore per il blues. Il blues del loro paese, il Texas. Originari di Forth Worth i due cantanti, chitarristi e compositori (tutto loro il materiale registrato) hanno iniziato un progetto che nel corso di alcuni anni dovrebbe dare vita (e suono) a tutti i colori del blues texano. Il primo cd della serie è uscito nel 2007 e a metà 2010 è stato dato alle stampe il secondo volume. Chi scrive non ha purtroppo ascoltato il primo tomo dell’opera ma a giudicare dalla qualità della musica di questo cd numero due mi sembra che i Dr Wu’ suonino davvero ottima musica. Il loro cd mi è stato regalato da un loro amico e fan Donovan Allen da Houston Texas, un bravo fotografo blues che ho conosciuto quest’anno mentre ero in tour con Guy Davis. Dico subito che il cd piacerà soprattutto a tutti coloro che del blues apprezzano le sue contiguità con il rock. Insomma soprattutto rock blues, ma di quello buono! Stella di prima grandezza di questo cd un chitarrista, cantante e compositore di grande levatura ovvero Buddy Whittington , che qualcuno tra voi avrà apprezzato come efficace componente in una delle ultime edizioni dei Bluesbreakers di John Mayall. Altri musicisti di vaglia che compaiono nel cd sono l’organista Red Young che ha suonato con Eric Burdon e Linda Rondstadt (solo per fare qualche nome), il chitarrista Danny Hubbard e il batterista e cantante Charlie Bassham. A dar man forte a Charlie dietro ai tamburi c’è anche Mike Kennedy (già con Freddie King), mentre al basso c’è un musicista piuttosto conosciuto nella zona: Jerry Hancock. Gli ospiti non sono certo finiti qui. Tra i tanti musicisti presenti in questo disco spiccano senz’altro Glen Rothstein al sax, Bobby Counts e Brian Freeze al basso, Mace Maben, Dave Milsap, Dirt Stinnet e Lee Pickens alle chitarre, Mike Gage alla batteria, Gary Grammer all’armonica, Danny Ross al piano e le voci di Mouse Mayes e Gerald Lawrence. Dedicato a tutti coloro che amano le diverse sfumature del blues made in Texas: da Freddie King ad Albert Collins passando per Johnny Copeland, Delbert McClinton e ZZ Top. Per ascoltare in preascolto tutti i brani del cd:
http://www.youtube.com/watch?v=FBkQ63bTalo
Ecco invece il link al video di una delle migliori canzoni contenute nel cd:
http://www.youtube.com/watch?v=Klkm5ktiRso
Per acquistare il cd o saperne di più andate su www.texasblues.org
JUNIOR WELLS & THE ACES – Live in Boston 1966
Delmark DE 809, 2010
E’ un bootleg. Per la carità ufficiale, ma sempre di bootleg si tratta. Il suono è stato ripulito e la confezione in digipack fa tutto il resto; resta comunque il fatto che questo disco è dedicato ai grandissimi fan di Junior Wells o a coloro che vengono definiti completisti (insomma ai collezionisti). Non perché il cd sia brutto, sia ben chiaro anzi. Ho scritto questa premessa solo perché di questi tempi, con la crisi che ci circonda, bisogna essere chiari quando si tratta di invitare la gente ad investire i propri guadagni in un cd. E poi è ovvio che il cd non può essere brutto, Quando si tratta di Wells registrato live in uno dei suoi periodi migliori accompagnato da quelli che all’epoca erano considerati i migliori turnisti blues il risultato non può che essere esaltante. Nel 1966 Junior Wells aveva già alle spalle un illustre passato come componente della Muddy Waters band e aveva già inciso (l’anno prima) in compagnia di Buddy Guy quel capolavoro che risponde al nome di Hoodoo man blues. Era il settembre di quell’anno quando uno dei più promettenti cantanti e armonicisti della scena blues di Chicago parte per Boston. Sul pulmino insieme a lui c’è una band fenomenale: gli Aces ovvero la band che accompagnando Little Walter in Juke avevano portato il blues e l’armonica in vetta alle classifiche americane: Louis Myers alla chitarra, Dave Myers al basso e l’uomo che ha inventato la batteria blues: il grande Fred Below. Chi c’era al concerto quella sera se lo ricorderà a lungo. Per due motivi. Il primo perché Junior sembrava davvero a proprio agio su quel palco tanto da improvvisare brani e jam session sul momento; il secondo perché l’atmosfera nel locale doveva essere così amichevole da spingere il non sempre loquace Wells a interagire con il pubblico raccontando storie ora affascinanti ora divertite e divertenti. Wells parla molto e la gente sembra apprezzare. Questo potrebbe però essere un problema per chi non mastica la lingua inglese. O meglio lo slang dei neri di Chicago di quegli anni. Tornando alla musica va subito detto che tra i tesori nascosti del cd c’è sicuramente l’improvvisata e inedita Junior’s Whoop che parte come un tributo armonicistico al Little Walter di Mellow down easy per finire in un improvvisazione quasi rock in cui la chitarra di Myers fa cose strabilianti. Solo questo potrebbe convincervi all’acquisto. Di gran pregio anche l’iniziale Feelin’ good del grande Junior Parker; Man Downstairs e la celebre Worried life blues. Non mancano poi brani destinati a diventare famosi ma all’epoca ancora poco conosciuti come Messin with the kid e Got my mojo workin’. Ci sono anche un paio di canzoni che sembrano decise sul momento tanto che lo stesso Wells confessa di non ricordare bene le parole (e infatti se le inventa di sana pianta). Tutto questo per descrivere il clima di grande divertimento e interazione con l’audience che viene fuori dall’ascolto del cd. Peccato non esserci stati. Non essere stati là a Boston quella sera di inizio autunno 1966. Io non ci sarei potuto andare comunque. Facevo seconda elementare,. Però a tutto c’è rimedio. Intanto gustatevi questo Junior Wells d’annata cliccando qui:
http://www.youtube.com/watch?v=47djAb6jVJk&feature=fvw
http://www.youtube.com/watch?v=ReoiQH5PWyE&feature=fvw
http://www.youtube.com/watch?v=1nuOWuhWNmI&feature=fvw
STUDEBAKER JOHN’S MAXWELL STREET KINGS – That’s the way you do
Delmark DE 81, 2010
La vita degli immigrati afroamericani di Chicago negli anni quaranta e cinquanta anni oltre che nelle mean streets del ghetto si svolgeva anche in ambienti aspri e precari eppure diventati mitici come il vecchio mercato ebraico di Maxwell Street, oggi, purtroppo scomparso. Lì, per strada, si sono esibiti e fatti le ossa tutti i più grandi bluesmen del dopoguerra, Tra loro grandi artisti come Snooky Pryor , Baby Face Leroy, Floyd Jones, Blind Arvella Gray, McKinley Morganfield poi diventato Muddy Waters, Little Walter, Johnny Shines, Jimmy Reed, Walter Horton, Johnny Young e tanti altri. Insomma i musicisti che hanno fatto la storia del Chicago Blues.
John “Studbaker” Grimaldi bravissimo cantante, chitarrista e armonicista, a quell’epopea ha deciso di dedicare un disco. Un gran bel disco. Un disco che piacerà sicuramente a tutti coloro che amano il suono diretto ed essenziale del blues. Armoniche e chitarre come dio comanda. Non c’è basso in questo cd. Non c’era neanche a Maxwell Street in quegli anni . Leo Fender non aveva ancora inventato il basso elettrico e per strada il contrabbasso non si sarebbe sentito coperto dal frastuono del mercato. Grimaldi, classe 1952 di chiara origine italiana è nato e cresciuto a Chicago dove si sa gli italiani non sono mai stati pochi. E da ragazzino ogni domenica mattina era a Maxwell Street a sentire suonare i suoi eroi. E’ lì che ha imparato a suonare l’armonica all’età di sette anni e da allora non si è più fermato. Intorno al 1970 forma il suo gruppo The Hawks. Nel frattempo diventa anche un mago della chitarra slide suonata nello stile del grande Elmore James. E’ in giro da quarant’anni questo hard worker del blues. E questo si sente sin dalla prima traccia del disco. Buon vecchio e sano blues con Little Walter e Paul Butterfield sugli scudi e Muddy Waters e il Lupo Ululante come santi protettori. Questo è un cd che potrebbe persino piacere anche a qualche vecchio fan dei primi ZZ Top, dei primi Thunderbirds, del primo George Thorogood e dell’armonica west coast in generale. Ad accompagnare il talentuoso Studebaker (anche appassionato d auto d’epoca come si evince da suo soprannome) due comprimari di assoluta qualità: Rick Kreher alla chitarra (fu l’ultimo chitarrista di Muddy Waters prima della sua scomparsa) e Steve Cushing alla batteria, un grande che ha suonato con Magic Slim e Billy Boy Arnold. Consigliato!
Qui potete vedere John Studebaker e la sua band in azione al Buddy Guy’s Legend di Chicago
http://www.youtube.com/watch?v=JW9CtsrgK4c
E questo è il suo sito:
http://www.studebakerjohn.com
I dischi della Delmark li trovate nei migliori negozi oppure sul sito dell’etichetta www.Delmark.com
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