ORANGEHOME RECORDS OHR006, 2010
Nel 1929 lo scrittore portoghese Fernando Pessoa scriveva : “Il fado non è né allegro né triste. È la stanchezza dell’anima forte, l’occhiata di disprezzo del Portogallo a quel Dio cui ha creduto e che poi l’ha abbandonato: nel fado gli dei ritornano, legittimi e lontani…”. Si tratta di una fra le centinaia di definizioni che da molti anni cercano di ricostruire con parole l’essenza intimamente musicale di un fenomeno artistico-culturale che caratterizza e identifica un intero Paese, il Portogallo, e che ha raggiunto la notorietà internazionale come il flamenco per la Spagna, il rebetiko per la Grecia, la canzone napoletana per l’Italia. Accade così che anche a chilometri di distanza da Lisbona o da Coimbra di fado ci si possa innamorare e diventare interpreti appassionati e coinvolti. Come è successo al chitarrista Armando Corsi, da vent’anni fra i portatori di qualità nella scena musicale italiana, che da qualche anno ha allestito uno spettacolo dal vivo dedicato al fado, in compagnia della voce di Daniela Garbarino, della chitarra a otto corde di Marco Leveratto, del contrabbasso di Pietro Martinelli e le percussioni di Marco Fadda. Adesso quello spettacolo, suonato in studio ma con grande immediatezza e grande presa emotiva, è un disco che, ci auguriamo, grazie alla distribuzione Felmay possa contribuire a far conoscere un repertorio di rara suggestione, sospeso com’è fra echi esotici di lontane distese e ritmi e emozioni urbane, un repertorio che negli scorsi anni è stato oggetto di importanti interessi economici (Madredeus, Dulce Pontes) che ne hanno premiato l’aspetto più epidermico e raffinato, non sempre corrispondendo alla naturale dolce ruvidezza tipica del genere, un misto di energica malinconia e nostalgica voglia di ribellarsi al destino: “o fado”, appunto. Da non perdere.
www.armandocorsi.net orders@felmay.it
Roberto G. Sacchi
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