Folk Bulletin: Come sei venuto a conoscenza del concorso Suonare@Folkest e per quale motivo, principalmente, hai deciso di partecipare?
Alvise Nodale: Essendo friulano avevo già sentito parlare molto di Folkest e venendo a contatto con alcuni musicisti locali sono stato spinto a partecipare al concorso. Pricipalmente ho deciso di partecipare per confrontarmi con altre realtà musicali.
Folk Bulletin: Parliamo di te e della tua musica: presentati specificando i singoli strumenti, il genere, perché lo hai scelto, da cosa trai ispirazione.
Alvise Nodale: La mia formazione preferita è quella base: chitarra e voce, con la quale compongo la maggioranza delle mie canzoni, che oscillano, come stile, tra la musica popolare e la canzone d’autore. L’ispirazione può venire da diverse situazioni, vissute o inventate, cerco di trarla da un po’ tutto ciò che mi circonda.
Folk Bulletin: Da dove vieni e com’è, dalle tueparti, la situazione della musica dal vivo?
Alvise Nodale: Vengo da Sutrio in provincia di Udine, un paese di 1.300 abitanti alle pendici dello Zoncolan. La musica dal vivo in Friuli, se la si sa cercare, è piuttosto variegata, però in linea di massima le cover band vanno per la maggiore. Nella zona montana da cui provengo le occasioni peresibirsi dal vivo sono minime, data la mancanza di locali che lascino suonare dal vivo.
Folk Bulletin: Qual è il tuo rapporto con la musica tradizionale e il territorio di provenienza?
Alvise Nodale: Sono un grande appassionato della musica del mio territorio, già da bambino ho avuto la fortuna di studiarla (in ambito scolastico, e perciò non in maniera approfondita) con Lino Straulino. Crescendo, poi, sono venuto a contatto con altri ragazzi che condividono questa passione e assieme a Giulio Venier abiamo studiato le canzoni popolari friulane e le loro somiglianze con brani popolari di altre regioni/nazioni, portando queste nostre rielaborazioni su alcuni palchi qui in Friuli per un paio d’anni.
Folk Bulletin: Hai già pubblicato dei dischi? Quali sono state le tue esperienze con il mondo discografico italiano?
Alvise Nodale: Sì , due. Il primo nel 2015, s’intitola Conte Flame, è autoprodotto e contiene otto canzoni in friulano-carnico che descrivono un po’ la Carnia… o meglio, quel che ho capito io della Carnia. Il secondo, del 2018, edito per Seahorse Recordings, in italiano, s’intitola The Dreamer e vorrebbe porsi un po’ come una sorta di libro musicale, nel quale ogni canzone è un capitolo di una storia.
Folk Bulletin: Torniamo a Suonare@Folkest: come ti sei trovato, cosa ricordi soprattutto di quella serata dedicata alle selezioni dal vivo? Comecome ti sei trovato a Folkest in Friuli?
Alvise Nodale: Ho un meraviglioso ricordo della serata delle selezoni. Credo che in occasioni così si vinca sempre, per il fatto che si viene a contatto con altre persone e con altre realà.
Le foto sono state scattate a Spilimbergo (PN), nel corso di Folkest 2018 e sono diWalter Menegaldo.
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