Muziepublique è un’organizzazione non-profit belga che si occupa della divulgazione della musica tradizionale, e organizza concerti e corsi di strumenti (dal cavaquinho al duduk) tenuti da musicisti di tutto il mondo e residenti in Belgio. Il titolo di questo lavoro – rifugiati per rifugiati – la dice lunga sull’idea che sta alla base del progetto, ovvero coinvolgere importanti personalità della world music per realizzare una raccolta fondi destinati agli stranieri di recente immigrazione: in particolare usufruiranno dei fondi la Globe Aroma – che di occupa di assistere immigrati che operavano nell’ambito artistico nel loro paese di origine – e Synergie 14 che invece si occupa dell’assistenza ai minori immigrati.
Ma al di là dello scopo morale che è alla base del progetto, l’ascolto di questo CD mette a nudo la realtà dell’emigrazione, che colpisce indistintamente nel mucchio le popolazioni costrette a cercare condizioni di vita migliori e quindi anche persone che nella normalità si occupavano dello studio e della pratica e dell’insegnamento delle tradizioni popolari della loro area di provenienze. Uomini e donne alle quali, una volta giunti nei campi profughi o nei centri di accoglienza, viene quasi annullata la personalità e quasi cancellata la vita precedente. Mi sembra quindi che l’idea di cercare di restituire almeno una parvenza di vita normale a costoro sia un’idea altamente lodabile che dovrebbe essere allargata – ma forse lo è ma non lo sappiamo – a tutti coloro che si “rifugiano” in Europa o altrove.
Se vogliamo – e lo vogliamo – parlare “anche” dell’aspetto musicale, questo Cd è un autentico viaggio che ci fa conoscere talenti e culture affascinanti quanto poco conosciute ed i musicisti che si sono prestati a questa iniziativa sono quanto di meglio in circolazione. Da “Retombo” interpretato dai rifugati tibetani Dolma Requingi e Kelsang Hula ad “Amerli” dal nord dell’Iraq di Hussein Rassim e Bassel Abu Fakher fino ai villaggi più remoti del Pakistan condotti per mano dal sarod di Assad Qizilbash e dalle tabla di Najid Zare, questo “Amerli” è un preziosissimo scrigno delle culture popolari che la specie umana farebbe bene a non perdere. Staremo a vedere. Intanto comperate questo disco.
www.muziekpublique.be
di Alessandro Nobis
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