di Tiziano Menduto
L’organettista Andrea Capezzuoli si è dimostrato in questi anni uno dei musicisti di musica tradizionale più prolifici e interessanti, sia per i tanti gruppi musicali creati o di cui, più semplicemente, ha fatto parte – ne citiamo alcuni: Terantiqua, La Magiostra, Musicanta, Din delòn, Picotage, ‘O Calascione, La chambre du Roy René, Andrea Capezzuoli e Compagnia, BandaBrisca, Soleluna – sia per i diversi repertori affrontati e i tanti dischi pubblicati dal 1996 ad oggi (più di 15).
Tuttavia sono sempre i dischi in solo quelli che raccontano di più un musicista, quelli che permettono di comprenderne meglio il pedigree musicale, gli interessi, le virtù strumentali e compositive e i vari intrecci che, negli anni, hanno permesso alla sua musica di evolversi, di svilupparsi, di crescere.
E proprio per sottolineare questo intreccio, questo elemento di crescita e di incontro, Capezzuoli nel 2019 ha pubblicato, edito dalla Rox Records, il suo terzo disco a solo dal titolo Intrecci, a cinque anni dalla pubblicazione del secondo (Au château d’hirondelle).
Tuttavia se nell’ultimo disco a solo l’obiettivo di Andrea era quello di presentare il limpido suono dei suoi organetti e una delle sue passioni musicali (la musica tradizionale francese), Intrecci coinvolge tanti musicisti incontrati negli anni e raccoglie un repertorio dedicato in maggioranza alla musica italiana di tradizione e alle sue personali composizioni (9 brani su 14).
Troppe le collaborazioni per citarle tutte. Tra queste ricordiamo quelle con Bernardo Beisso alla voce, Davide Korta Bergna alla voce, Remy Boniface al violino, Fabio Calzia alla chitarra, Daniel Detammaecker alla voce, Simona Ferrigno alle percussioni, Gabriele Gunella alla ghironda, Giamichele Lai alla voce, Fabio Paveto al piffero, Milo Molteni al violino, Luca Rampinini al sax, Jacopo e Maddalena Soler al tin whistle e alla voce.
Senza dimenticare – per solleticare chi, come me, ha una passione per la musica di origine auvergnate – la collaborazione con uno dei più importanti suonatori di cabrette (la cornamusa utilizzata nella Francia Centrale), Michel Esbelin.
Il cd è poi espressamente dedicato – come buona parte della produzione di Andrea – alla danza e ai ballerini: tutto il cd è ballabile (scottish, valzer, alessandrine, monferrine, polche, mazurche, rondeaux, circolo circassiano, gavotte de l’Aven e bourrée a due e tre tempi). E come ben sanno gli amanti del bal folk milanese, che hanno spesso modo di ascoltarlo, le indicazioni ritmico-coreutiche segnalate nel disco non sono espressioni vuote. Il suo organetto mantiene e ripropone, nelle danze, i giusti impulsi e ritmi, permettendo di creare quella commistione tra musica e danza, tra musicista e danzatore, che purtroppo è sempre meno diffusa nelle serate a ballo.
In definitiva il ritratto che traspare da questo nuovo lavoro conferma, una volta di più, non solo le qualità musicali di Andrea, ma anche quelle compositive e di arrangiamento. E la sua capacità di immergersi in repertori diversi senza mai dimenticarne le radici rende la sua musica un piacere per le orecchie e un piacere per i piedi.
Buon ascolto!
Artista | Andrea Capezzuoli |
Titolo | INTRECCI |
Label | Rox revords |
Supporto | CD |
Anno | 2019 |
Sito |
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