Con una commedia inedita di Augusto Galli e appendice di Oreste Trebbi
Illustrazioni da vecchie stampe, fotografie e disegni di Augusto Majani
Arnaldo Forni Editore – Bologna – 1983 – pp. 190 18,00
Questo volume è la ristampa anastatica dell’edizione del 1923 pubblicata dalla casa editrice Zanichelli.
La storia del teatro dei burattini a Bologna è legata alla memoria di due celebri burattinai, Filippo e Angelo Cuccoli. Filippo ( Bologna 1806/1872) iniziò la professione di burattinaio, dando rappresentazioni in Piazza Maggiore nel 1831. Il figlio Angelo ( Bologna 1834/1905) continuò la tradizione del padre e diede spettacoli sino al 1903. La famiglia Cuccoli lavorò quindi a Bologna per 72 anni.
Veri e propri artisti, crearono nuovi personaggi, divenuti rapidamente celebri, anche per aggirare la proibizione delle maschere voluta da Napoleone.
Ai Cuccoli è attribuita l’invenzione del personaggio di Faggiolino (o Fagiolino), o almeno definirono meglio il tipo del “birichén” già presente nella tradizione. Ancora oggi a Bologna è in uso il detto “finîr int al panirån ed Cúccoli” (cioè nel dimenticatoio), un cestone di vimini dove, dopo gli spettacoli, venivano posti alla rinfusa gli attori dalle teste di legno.
Con la morte di Angelo Cuccoli comunque non finì il teatro dei burattini, anzi seguirono tanti altri maestri fra i quali va ricordato Augusto Galli, creatore, nel 1877, di Sganapino Posapiano Magnarazza, carattere ingenuo e furbo alla stesso tempo, con il ruolo di spalla di Faggiolino.
In Burattini e burattinai bolognesi, l’autore, Antonio Pandolfini Barberi, ricostruisce attraverso la propria testimonianza la storia di Filippo e Angelo Cuccoli. Un affresco della società bolognese della seconda metà del XIX secolo. Gli spettacoli, gli aneddoti, gli articoli di giornali vengono raccolti in un racconto che spazia anche nella ricerca documentaristica di materiali d’archivio. Il libro è precursore di successivi lavori dedicati al mondo delle teste di legno come quello di Alessandro Cervellati Storia dei burattini e burattinai bolognesi (Fagiolino & C.,) pubblicato nel 1964, e che proprio da quanto scritto da Pandolfini prende ispirazione.
Nel libro sono documentate le tribolazioni del casotto di Angelo Cuccoli che dal centro di Bologna viene progressivamente sempre più allontanato ed emarginato in periferia in nome di nuove necessità di decoro urbano, percorso vissuto e subito da tanti artisti della piazza ancora oggi.
Importanti sono anche i capitoli dedicati ai personaggi di Sandrone, Faggiolino e Sganapino oltre ai preziosi canovacci delle commedie dei Cuccoli.
La cosa interessante e particolare è che i Cuccoli non scrivevano i copioni, ma semplici tracce con personaggi e la trama dello spettacolo, come testimonia nell’Appendice Oreste Trebbi, raccontando di un “pesce d’aprile” del 1899 organizzato dal periodico satirico “Bologna che dorme” che vede complici i burattinai.
La seconda parte del libro contiene una commedia inedita per burattini.
Il muto di San Malò, scritta da Augusto Galli, ( 1861/1949) allievo e aiutante di Angelo Cuccoli per dodici anni, prima di abbandonare la baracca dei burattini per diventare attore ed autore teatrale.
Restano famose le sue recite burattinesche alla Casa del Soldato, negli anni della prima guerra mondiale, insieme a Giulio Gandolfi, Dina Galli e Amerigo Guasti.
Il volume che comprende anche la riproduzione di vecchie stampe d’epoca, foto e disegni, si conclude con una Appendice di Oreste Trebbi, una lettera scritta all’autore, con ricordi personali dei Cuccoli e articoli tratti da giornali e periodici del tempo sul mondo dei burattini.
Una lettura piacevole che riporta all’epoca d’oro dei burattini, quando gli spettacoli erano seguiti, partecipati ed apprezzati anche da un pubblico adulto , dal popolino, ma anche la letterati, artisti ed intellettuali.
Tiziana Oppizzi – Claudio Piccoli
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