June Tabor. Con Norma Waterson è a nostro avviso la più vera e preparata delle cantanti della più pura tradizione folk britannica; con questo “Ashore” per la leggendaria etichetta Topic torna a pubblicare dopo quattro anni un lavoro che merita la lode piena. Se non altro per avere avuto il coraggio di registrare tredici tracce non solo con arrangiamenti davvero semplici quanto delicati ed efficaci ma anche proponendo un’interpretazione “a cappella” che stupisce per la bellezza ed intensità esecutiva. Insomma un disco che ci riporta a quegli anni in cui si preferiva puntare alla valorizzazione della semplicità della tradizione piuttosto che al tentativo di sfondare sul mercato discografico con arrangiamenti più accattivanti e non sempre interessanti.
Ma, a parte due magnifici strumentali condotti dalla fisarmonica diatonica di Andy Cutting (la danza Morris “I’ll go and enlist for a sailor” e “Jamaica” proveniente dalla raccolta seicentesca “The Complete Dancing Masters” di John Playford) è naturalmente la suadente voce di June Tabor la protagonista assoluta di questo “Ashore”. Due i brani che ci hanno colpito per la loro raffinatezza esecutiva: “The great Selkie of Sule Skerry” – proveniente dalla raccolta di Sir Francis Child (numero 113) e qui in una versione degli anni trenta -, uno struggente canto epico narrativo delle isole Orcadi che ci racconta di una delle figure della mitologia scozzese, il “silkie” (uomo sulla terraferma e foca in mare), con il canto accompagnato intelligentemente – quasi in sottofondo – dal pianoforte di Huw Warren e la “street ballad”, raccolta sia a Glasgow che a Dundee, “The Bleacher Lassie of Kelvinhaugh”, eseguita “a cappella” che consente di apprezzare totalmente la melodia del canto.
Il prestigioso “The Guardian” definisce “magnificent” questo nuovo lavoro di June Tabor. Come non essere d’accordo?
Alessandro Nobis
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