di Tiziano Menduto
Sembrerebbero domande retoriche, ma basta mettere nel lettore cd le più recenti produzioni di musica da danza, seguire i tanti concerti pseudo folk estivi, provare a ballare su danze in continuo conflitto tra passi, ritmi e note, per capire che spesso la risposta a queste domande è negativa. Musiche nuove per danze nuove ci vengono svendute con nomi antichi e per passi che non si dipanano nella matassa di tutte le novità inserite tra le righe del pentagramma.
Tuttavia ci sono anche tante ottime eccezioni, come il disco che mi appresto brevemente a recensire, Coucanha dei Baìa Trio, prodotto nel 2016 dalla Rox Records.Mi è sembrato utile ritornare su questo disco per uan serie di considerazioni, dopo che qui su Folk Bulletin ne aveva parlato Alessandro Nobis nel corso di un’interessante intervista a Enrico Negro (https://www.folkbulletin.com/folk-bulletin-incontra-enrico-negro-e-baia-trio/).
Eccezioni queste, si diceva, che, come spesso accade, dipendono dall’attenta conoscenza dei musicisti dei repertori che si trovano a suonare, dalla lunga pratica delle feste a danza, dal necessario studio degli stili. Tutte caratteristiche che accomunano i tre componenti del gruppo Baìa Trio – Gabriele Ferrero (violino, voce e piede), Francesco Busso (ghironda elettro-acustica e voce) ed Enrico Negro (chitarra e voce) – protagonisti di alcuni dei gruppi più importanti nell’ambito del revival folk occitano (italiano e non).
Coucanha (cuccagna, in occitano) è un cd che vuole essere – ci ricorda proprio Gabriele Ferrero – una sorta di spaccato del nostro vivere la musica sul confine delle alpi occidentali, un confine che non esiste, uno spartiacque che lega come in passato i due versanti delle alpi. Noi viviamo – continua Gabriele – in modo naturale la musica delle valli occitane del Piemonte e il folk francese di cui ci siamo nutriti fin dall’adolescenza (nel mio caso fin dall’infanzia, quando in epoca non sospetta in Valle Varaita vedevo già le prime bourrée che sconfinavano). Per noi la musica popolare è un momento di storia antica, che influenza con il suo bagaglio energetico il nostro modo di sentire la musica. La cultura popolare è imprescindibile, ed è un punto di arrivo, una meta da perseguire, il folk revival segue per noi un percorso a ritroso, quasi come studiare la storia al contrario, per arrivare all’essenza.
E l’obiettivo del gruppo non è un semplice vestire di nuovo le melodie tradizionali, con l’idea di attualizzare il passato, ma piuttosto un lavoro contrario: vestire di tradizione il presente musicale. Un presente che si alimenta di oltre vent’anni di impegno condiviso e partecipe (come indicato nella scheda del gruppo) dei tre musicisti. Un impegno condiviso e partecipe che si avverte sia all’ascolto, per l’attenzione agli arrangiamenti, sia dal ballo, per l’attenzione agli impulsi della danza. I Baìa Trio sono principalmente un trio di musica a ballo. E presentano una musica che nasce in quella regione mentale che va dall’Occitania (Ciciurenta/Balet) alla Bretagna (Hanter Dro Humus) passando per il centro Francia (Suite di bourrée) e la Guascogna (Suite di Rondò). Senza dimenticare le danze di coppia (valzer, scottish, mazurke, …) e gli sconfinamenti nella zona delle cosiddette Quattro Province (Polka in la minore) e nel mondo irlandese per un classico di ogni bal folk: il circolo circassiano (Suite di circoli).
Cosa rispondere, in definitiva, alle domande che hanno aperto questa breve ed episodica recensione?
I Baìa Trio ci dimostrano che oggi è ancora possibile fare musica che sia insieme imbevuta di originalità e tradizione. Ma dobbiamo ricordarci che per vestire di tradizione il presente, sono necessarie non solo idee o strumenti nuovi, ma anche tanto studio, esperienza e conoscenza dei repertori. Quello studio, esperienza e conoscenza che nei Baìa Trio sono presenti in abbondanza: una vera coucanha per ogni danzatore che frequenti i loro bal folk o per ogni appassionato di musica trad che ascolti il loro disco.
Ricordiamo, infine, che Gabriele, Enrico e Francesco – insieme ai Viouloun d’Amoun, compagnia violinistica diretta da Gabriele Ferrero – stanno preparando l’edizione 2017 della Vioulounado, un festival biennale del violino popolare che si terrà dal 15 al 17 settembre (con ospiti dal Delfinato, dall’Irlanda e dalla Guascogna) in Val Varaita con parata finale nel centro storico di Frassino dove i violini e altri artisti daranno forma ad una performance multiforme tra l’arte contemporanea e la musica popolare.
Lascia un commento