NOTA CD 535, 2007 – FOLK CONTEMPORANEO/TRENTINO
Ha faticato ad avere visibilità nazionale questo bel disco che dobbiamo all’ardire della versione “allargata” dei Destrani Taraf, la band trentina fortemente orientata a est (come si intuisce dal nome) e guidata dall’intraprendenza di Renato Morelli, singolare figura pluripremiata di etnografo, regista, docente universitario, divulgatore e musicista (fisarmonica). E infatti ben si confà alla dimensione di “Cantiere” l’obiettivo sperimentale di questo CD, che è quello di trasferire in jazz e in klezmer alcuni esempi di tradizione popolare trentina. Innanzitutto, un precisazione: jazz è quella musica di origine afroamericana che Duke Ellington definì “un genere musicale simile al tipo d’uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia”, mentre klezmer è la definizione che descrive la musica popolare degli ebrei della diaspora ashkenazita. Motivazioni ideologiche dell’operazione sono da un lato i flussi migratori che spinsero molti trentini a emigrare in Nordamerica, proprio durante gli “anni d’oro” del jazz delle origini, e dall’altro le relazioni economiche ed umane, ma anche d’emigrazione, con le regioni europee della diaspora ebraica, la Bucovina, la Transilvania. Accompagnato da una confezione assai ricca di pagine illustrate pertinentemente, il disco è un oggetto che non può mancare nella discoteca dell’appassionato. Ma anche musicalmente parlando, grazie all’energia profusa dai 12 suonatori coinvolti nel progetto, provenienti dai più disparati gruppi regionali (Coro Sosat, Sax for Fun, Abies Alba, Tiger Dixie, orchestre di liscio e bande nonché, ovviamente, Destrani Taraf) il disco è ottimamente riuscito, vario e coinvolgente, oltre che – va da sé- notevolmente insolito.
Dario Levanti
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