La tradizione del Maggio, definito “cantato”, “epico”, “drammatico”, “teatro in musica” , ma da non confondere con il Cantamaggio, è ancora ben vivo e radicato nell’area appenninica tosco-emiliana e in particolare nelle province di Massa, Lucca, Pisa per la Toscana, Modena e Reggio per l’Emilia. Tra coloro che con impegno e competenza hanno dapprima recuperato e poi rivitalizzato questa forma di teatro popolare c’è sicuramente il Maestro Romolo Fioroni da Costabona (RE).
Giovane partigiano cattolico durante la Resistenza, maestro elementare di professione, è stato un importante autore di testi per il Maggio. Scomparso nel giugno del 2010 ha lasciato la testimonianza della sua passione per questa tradizione ereditata dal nonno Stefano.
La pubblicazione dell’Epopea del Maggio, curato da Benedetto Valdesalici, primo quaderno della collana Quaderni del Museo del Maggio di Villa Minozzo, è un omaggio a Fioroni, alla sua figura e al suo lavoro di raccolta, documentazione e riproposizione. Alla sua grande passione per la sua gente e le tradizioni.
Valdesalici ha raccolto gli articoli che Fioroni ha pubblicato sulla rivista Tuttomontagna dedicati a ventisei autori di testi del Maggio.
Un viaggio nello spazio lungo la dorsale appenninica dove grazie alla transumanza e alla migrazione stagionale avvenivano scambi non solo mercantili e i copioni, con i testi dei Maggi, andavano e venivano da un crinale all’altro e venivano rappresentati dalle varie Compagnie. Viaggio nel tempo perché se è vero che il Maggio già nel 1792 veniva definito “antica pratica del popolo”, gli autori che presenta Fioroni sono attivi nell’Appennino Emiliano a partire dalla seconda metà dell’Ottocento.
Il libro è corredato di fotografie e contiene interviste ad alcuni autori attuali di testi del Maggio, un agile strumento per coloro che vogliono addentrarsi in questa tradizione.
Claudio Piccoli
Tiziana Oppizzi
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