Billy Bragg si è giocoforza immedesimato nel ruolo di nuovo Woody Guthrie, duro e puro, di quest’inizio millennio; Joe Henry è cantautore, produttore, appassionato amante della buona musica. E dal loro incontro non poteva che scaturire buona musica, lontana da ogni possibilità di catalogazione e ovviamente omologazione… omolagazione con Billy Bragg?… figuriamoci…!!
Un lungo viaggio in treno, a bordo del Texas Eagle Railroad Service, una lunga teoria di stazioni di tutti i tipi, da Chicago a Los Angeles. Ben 2.728 miglia, come maniacalmente sottolineano, con fermate nelle stazioni di St. Louis, Forth Worth, San Antonio, Alpine, El Paso, Tucson. E lì hanno inciso questo pugno di canzoni, rigorosamente dal vivo, nei piazzali delle stazioni, nelle sale d’aspetto, sullo treno stesso, sulle piattaforme, quando il treno si fermava a caricare e scaricare passeggeri. Con due chitarre e due voci, tutte canzoni che furono famose nel periodo tra le due Guerre Mondiali e che influenzarono almeno due generazioni di ascoltatori e di musicisti. Ovviamente canzoni che parlavano di treni, di strade ferrate, scritte da persone come Woody Guthrie, Leadbelly, Hank Williams, Jimmie Rodgers, The Louvin Brothers, The Carter Family, Doc Watson, via via fino a Gordon Lightfoot e John Hartford.
Un grande fascino corre nei solchi (ops… scusate… nei bite) di questo disco: è la storia della musica che ci parla, viva, non da museo, non con gli orrendi lustrini country dei nostri giorni. Questi due signori sono dei grandi artisti, hanno spessore da interpreti navigati che sanno entrare a fondo, arrivare al cuore della canzone e restituirci le emozioni più vere. C’è spazio addirittura per un brano di Jean Richie, che fu poi reso celebre da Johnny Cash.
Forse un filino calligrafico qua e là, ma che fascino in questo disco, come un vecchio vinile… da ascoltare, riascoltare e ascoltare ancora…
Felice Colussi
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