a cura di Fabrizio Poggi
In questo numero recensioni di Johnny Sansone, Jim Gustin and Truth Jones, Clay Swafford, The Cash Box Kings, Toronzo Cannon, Muddy Waters.
LORD IS WAITING THE DEVIL IS TOO
AUTOPRODUZIONE, 2012
Fantastic! E non c’è nemmeno bisogno di tradurre il mio commento introduttivo in inglese. Un album davvero imperdibile, soprattutto se avete come me amato alla follia “Mule Variation” di Tom Waits con Musselwhite all’armonica. Le atmosfere e il sound (sporco, cupo e sulfureo) sono molto simili; eppure estremamente personali.
Sansone suona la sua armonica e canta alla grande supportato da Anders Osborne che oltre a suonare la chitarra produce l’intero lavoro. Fondamentali i tamburi di uno dei più versatili batteristi di New Orleans Mr. Stanton Moore. Caldamente consigliato!
CAN’T SHED A TEAR
AUTOPRODUZIONE, 2013
Great job! Jim Gustin è un cantante e compositore nonché chitarrista che risiede nel sud della California. A contraddistinguerlo è la sua voce roca, potente e piena di soul. Questo suo primo lavoro estremamente versatile è prodotto da Terry Wilson e coinvolge un’ottima band e pregevoli ospiti. Difficile inquadrare il suo stile che comprende rock blues, errebì, country, southern rock e molto altro ancora. Un sound che piacerà senz’altro a chi ama Joe Cocker, Z Z Top, Rolling Stones, Bob Seger e Allman Brothers Band.
ROOSTER
LOST CAUSE, 2013
A masterful blues pianist! Un pianista davvero coi fiocchi che si è fatto le ossa suonando con Willie “Big Eyes” Smith, Bob Margolin (presente come ospite nel disco), Pinetop Perkins, e Jerry Lee Lewis. Un disco acustico, in parte solo strumentale, in cui a farla da padrone sono gli ottantotto tasti di Swafford.
Nei brani cantati a spiccare è invece la splendida voce di Diunna Greenleaf. L’atmosfera che si crea è quella che si respirava nelle barrelhouse tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Un disco puro e genuino che si avvale in un paio di brani anche dell’armonica di Bob Corritore.
BLACK TOPPIN’
BLIND PIG, 2013
Awesome! Black Toppin’ ha già vinto il Blues Blast Magazine Award 2013 come “miglior album di blues tradizionale” ed è candidato ai Blues award 2014. Potrei quindi finire qui invitandovi a correre a comprare il disco che è davvero bello. Se proprio volete saperne di più vi dirò che a suonare in questa band ci sono musicisti come Joe Nosek all’armonica, Oscar Wilson alla voce, Kenny ‘Beady Eyes’ Smith alla batteria, Billy Flynn alla chitarra e Barrelhouse Chuck al piano e che il disco contiene otto originali e cinque covers. Il genere? Delta, swamp, Chess-era Chicago blues, jump, rock ‘n’ roll alla Stones e rockabilly stile Sun records. Cosa chiedere di più?
JOHN THE CONQUER ROOT
DELMARK, 2013
High Energy! C’è molta energia e un suono potente dietro a questo disco. Il repertorio di Cannon, cantante e chitarrista cresciuto al Theresa’s Lounge, si basa sul Chicago blues con robuste virate verso il rock e riferimenti non casuali a Hendrix, Stevie Ray, Thorogood, Buddy Guy, Wayne Baker Brooks e Son Seals. C’è anche un pizzico di soul che rimanda a Tyrone Davis e Otis Clay. Tra gli ospiti Omar Coleman all’armonica, Roosevelt Purifoy al piano e Joanna Connor. Da ascoltare a volume alto!
TRAFFIC, 2013
Muddy! Finalmente ristampato e disponibile su cd un piccolo grande gioiello della discografia del mitico Muddy Waters che non si vedeva sul mercato da tanto tempo. Pubblicato in origine nel 1973, “Can’t Get No Grindin’” è l’ultimo lavoro di Muddy per la Chess Records. Un disco che in quegli anni marcò il ritorno del grande bluesman al suo sound più classico, al blues elettrico che lo aveva reso famoso.
Al suo fianco Pinetop Perkins sempre formidabile al piano.
Assolutamente imperdibile per i collezionisti e per tutti i fan di Muddy Waters di ieri e di oggi (e di domani).
Fabrizio Poggi
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