AUTOPRODOTTO CA 9904, 1999 – MUSICA PER DANZA EUROPEA
Il gruppo Castemore si è formato alla fine del ’96 nella provincia di Lecco, ed in questi tre anni ha lavorato parecchio, probabilmente stimolato dalla notevole espansione degli adepti del ballo popolare nella zona di Milano – Lecco – Como, e dalla conseguente richiesta di gruppi per musica da ballo. Ha suonato in innumerevoli concerti a ballo, al chiuso, all’aperto, nelle situazioni più disparate, conquistando una buona stima da parte del popolo padano delle danze tradizionali. I musicisti sono: Carlo Redi (violino, mandolino, bouzouki, percussioni), Renata Tomasella (flauti, ocarina, voce, percussioni), Pino Beretta (fisarmonica, pianoforte), Sandro Frara (chitarra), Stefano Faedda (contrabbasso, basso elettrico). La scelta dei pezzi nel primo disco di questa formazione, inevitabilmente, risente un po’ della maggioritarie abitudini del citato popolo danzante, con orientamento piuttosto “celtico” e nord europeo. Ecco quindi rondò, chapelloise, hanterdro, mazurca, giga, hornpipe, reel, scottish, polka, setnja, karobichka, valzer. In aggiunta, un gradito sguardo al di sotto del Po, con tre pezzi del repertorio emiliano (Morettina, Polka dell’Acquacalda, Veneziana), cui il gruppo si è avvicinato con serietà partecipando ai seminari di Monghidoro.
I cinque musicisti sembrano voler evitare uno dei principali rischi per un gruppo del circondario di Milano, quello cioè di apparire un clone del capostipite ed evergreen complesso di Pierpaolo Perazzini, (“Il Paese delle Mille Danze”). Difatti si evidenzia un impegno ed uno sforzo di originalità negli arrangiamenti, che risultano ben realizzati sfumando le possibilità timbriche dei numerosi e differenti strumenti impiegati.
La copertina riporta, con semplicità e correttezza, una breve presentazione, ed include la bibliografia di riferimento.
Potete ascoltare i saggi dei pezzi al sito: http://members.tripod.it/castemore.
Il disco è distribuito a prezzo molto popolare, e considerando il suo contenuto “un po’ di tutto”, costituisce un utile strumento, specialmente per chi deve gestire incontri a ballo con musica diffusa, considerando la possibilità di diversificare, con nuove interpretazioni, degli “standard di ballo” che sono richiesti e necessari, ma ormai un po’ troppo sentiti nelle loro usuali versioni.
Mario Gennari
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