Nata dall’incontro di cinque musicisti provenienti da una lunga esperienza maturata insieme ai gruppi più rappresentativi della riproposta tradizionale salentina (Xanti Yaca, Officina Zoè, Uccio Aloisi Gruppu, Tonino Zurlo Ensemble, Orchestra della Notte della Taranta, Mascarimirì, Enza Pagliara Ensemble), la Salentorkestra, con il suo “Centueuna” si candida ad essere una delle sorprese più belle di questo 2009. Il gruppo formato da Giancarlo Paglialunga (voce e percussioni), Dario Muci (voce, chitarra e bouzouki), Marco Tuma (fiati), Massimiliano Morabito (organetto) e Gianluca Longo (mandola e chitarra classica), seguendo lo stile che contraddistingue tutte le pubblicazioni di AnimaMundi, si propone come principale obiettivo quello di rileggere l’antica pizzica pizzica attraverso il caleidoscopio multicolore delle sonorità mediterranee. In questo senso ci piace sottolineare come il valore aggiunto del gruppo dato senza dubbio dal grande virtuosismo strumentale dei singoli, i quali con grande misura ed eleganza impreziosiscono ritmi e trame musicali, al punto da lasciare l’ascoltatore assolutamente affascinato. Attraverso i dieci brani di Centueuna, la Selentorkestra è riuscita a tracciare una rotta sulle acque del Mediterraneo proprio come facevano quelle imbarcazioni che da Otranto partivano alla conquista commerciale dell’Oriente e del Nord Africa. Guardando al futuro e alla ricerca di un proprio suono, il gruppo salentino, è riuscito nell’impresa di riscoprire tratti ed aspetti nascosti della musica della loro terra, piccole influenze di un passato senza tempo che rappresentano molto bene la stratificazione culturale di cui ha goduto la terra d’Otranto e quella del Capo e un esempio ne sono certamente gli strumentali “Tarantella a Compà Uccio” o “L’Indiavolata”, nelle quali si scoprono i suoni dell’oriente sui quali è nata e si è innestata la pizzica pizzica. Il disco si muove così tra brani di pizzica pizzica in senso stretto, come i due strumentali già citati, e canti e stornelli d’amore, ma durante l’ascolto scopriamo perle dimenticate come l’iniziale “Centueuna” e la dolcissima “T’Aggiu Amata Comun Na Rosa” ma anche brani più noti al grande pubblico come “Trainieri”, qui in una versione più rurale e tradizionale ma non meno affascinante. Nel mezzo trovano posto anche brani inediti come la vellutata “Ninna Nanna” firmata da Gianluca Longo, la trascinante “Onda” su testo di Dario Muci e la fascinosa “Jetoj”, quest’ultima tratta dal film documentario di Mattia Soranzo e Ervis Eshja sulla tragica vicenda della nave di profughi albanesi affondata dalla marina militare italiana. Chiude il disco la travolgente “Nella” in cui scopriamo frammenti di scioglilingua della tradizione come “Nazzu Nazzu”. Centueuna è dunque una splendida sorpresa, un disco solido e maturo che ben evidenzia tutte le qualità della Salentorkestra, una realtà nuova e che saprà certamente riservarci altre sorprese per il futuro.
Salvatore Esposito
Salentorkestra – “Centueuna” (CD)
Animamundi – 0013, 2009
Lascia un commento