Davide Berardi è un giovane cantautore quasi agli esordi discografici ma è soprattutto, oltre che un artista da tenere d’occhio, un tipo determinato e che sa cosa vuole, merce piuttosto rara oggigiorno, soprattutto nel mondo della canzone d’autore italiana. Fra epigoni di Tizio e di Caio, diventa sempre più difficile ascoltare qualcosa che spicchi – se non per originalità assoluta – almeno per onestà d’intenti e idee personali non predigerite e omogeneizzate. Davide Berardi, da Martina Franca con ispirazioni portoghesi, ci fa venire voglia di scommettere – legalmente, è ovvio – su di lui. Quantomeno, per la sua ricerca di perfezione, che trasuda da ogni nota di questo album intitolato appunto “Chi si accontenta muore”: una dichiarazione d’intenti bella e buona, che sa anche un po’ di sfida a un mondo in cui il pressapochismo e il purchessia paiono trionfare. Lo abbiamo conosciuto dal vivo, finalista del Premio Parodi a Cagliari, lui e la sua chitarra; lo ritroviamo protagonista di un Cd in cui ha scelto di farsi accompagnare da uno stuolo di musicisti, chi per una sola canzone (fra gli altri, ci sono anche Roy Paci e Eugenio Bennato) e chi assumendosi più multisfaccettate responsabilità; e lo immaginiamo in studio di registrazione a dare disposizioni, accettare consigli, curare i dettagli fin quasi all’ossessione… perché è chiaro, palese, che la sua determinazione nel voler lanciare un segnale di qualità è preponderante rispetto a ogni altra valutazione. Solo così si sarebbero potuti ottenere piccoli capolavori come “Copo e Cristal” o canzoni che invitano al riascolto come “Lu Brigante” o “L’amore di Lunetta”, che ben bilanciano momenti in cui l’ispirazione sembra di qualità meno cristallina, per quanto efficace, come “Mia terra”. Un quasi-debutto con il botto, una prestigiosa sorpresa che non vorremmo finisse in pasto a chi non se la merita. Vigileremo a distanza perché ciò non accada. www.davideberardi.it
Roberto G. Sacchi
Berardi, Davide – “Chi si Accontenta Muore” (CD)
CORTE DEI MIRACOLI – CM002, 2012
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