di Andrea Del Favero
Un nuova rivista in edicola è decisamente un avvenimento sul mercato italiano. Se non altro denota un minimo di voglia di rischiare. Oppure no… risponde a una fredda valutazione fatta a tavolino sull’opportunità del rinnovato mercato del vinile. In effetti la De Agostini ha saputo negli ultimi anni inserirsi prepotentemente in questa fascia d’utenza, in parte pilotandone le scelte.
De Agostini è oggi un Publisher globale dai numeri impressionanti, impegnato in numerosi mercati in tutto il mondo (Italia, Regno Unito, Germania, Polonia, Giappone, Spagna, Portogallo, Francia, America Latina) con un catalogo di prodotti pensati per una distribuzione internazionale. Ci sembra giusto sottolineare come questi prodotti in vinile si siano affermati anche grazie all’ottima qualità tecnica (vinile da 180g., ecc…)
Pensate che sono circa tre milioni i vinili venduti in tutto il mondo, più di due milioni solo in Italia dal 2011 a oggi. Una serie di successi editoriali raggiunti grazie a collezioni dedicate a generi musicali fondamentali (Jazz, Classica, Blues, Progressive Rock Italiano) e ai migliori artisti italiani e internazionali (The Beatles, Queen, Fabrizio De André, Pino Daniele, Bob Dylan).
In totale la De Agostini ha ripubblicato 450 album.
La costruzione del catalogo De Agostini Vinyl – si legge nei comunicati stampa dell’azienda – è frutto di un costante monitoraggio del mercato e di una relazione duratura con Major ed etichette indipendenti.
In un anno, la social community De Agostini Vinyl ha raggiunto, con i suoi contenuti, cinque milioni di appassionati e ha generato circa 140.000 interazioni. La community, ad oggi, conta circa 25.000 fan su Facebook.
Ora vediamo la nascita di De Agostini Vinyl, il nuovo mensile dedicato a tutti gli appassionati di musica a 33 giri. Il magazine negli intenti dei promotori rappresenta la tappa fondamentale di un percorso iniziato otto anni fa con la collana dedicata alla musica Jazz, cresciuto grazie a collezioni internazionali di successo, e consacrato dalla community social che coinvolge decine di migliaia di appassionati.
In tutta onestà i primi numeri, a dispetto di alcune grandi firme presenti, ci sono un po’ deludenti, denotando ancora una fase di rodaggio un po’ farraginosa. Comunque teniamola d’occhio, questa rivista, potrebbe riservarci qualche bella sorpresa.
Sempre sperando che, nel prossimo futuro, non ci sian più, com’ebbe a dire Francesco Guccini, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate.
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