GREENTRAX CDTRAX 189 – SCOZIA/FOLK-ROCK 2000
Abbiamo più volte scritto di questa band scozzese su queste pagine, e sempre in termini lunsinghieri. Confessiamo di avere un debole per questo ensemble un pochino fuori moda (come fuori moda è il genere proposto), che tuttavia dal vivo risulta estremamente coinvolgente e soprattutto (siamo al terzo disco, ormai) ha all’attivo una rassicurante serie di ottimi lavori. Piuttosto stupisce che – a distanza di oltre sei anni dalla costituzione, proponendo un genere piuttosto facile all’ascolto – questa band edimburghese non mieta ancora il successo che merita presso il grande pubblico. Anche se il marchio Burach appare sempre più spesso nei cartelloni delle varie manifestazioni che si tengono non solo nelle Isole britanniche ed anche dalle nostre parti hanno fatto più di una comparsa: merito del divertimento che mettono dentro nelle proprie esibizioni, che finisce per essere contagioso, fino a trasudare dalle tracce del più freddo dei CD.
I pezzi del disco, come al solito, sono per la quasi totalità originali del gruppo, che però ci tiene a definire la propria musica ‘seriously Scottish’, tanto da trovare il tempo per includervi anche una bella versione di un brano tradizionale risalente alle Atholl e Skye Collections di fine Ottocento (‘Flora Whistles A Scanadanavian Tune’). Folk-rock, definiamo il loro genere, anche se sono lontani i tempi delle band del British Folk Revival degli anni settanta; su una ritmica piuttosto sostenuta e con l’aiuto della chitarra elettrica di Doug Anderson (che però si alterna anche alla versione acustica dello strumento, oltre che a mandolino e banjo), a tessere le trame di ‘Deeper’ sono l’eccellente fiddle di Greg Borland, dalla sonorità più tradizionale, e soprattutto la moderna e swingante fisarmonica dell’ottimo Sandy Brechin, vero leader della formazione (ascoltare per credere la trascinante ‘The Life And Times of Johnny Hattersfield’); completa la formazione la suggestiva, delicata voce di Ali Cherry, che recita una parte importante nel clima rilassato che pervade l’intero lavoro (‘Shadow Of The Night’, un titolo per tutti).
Niente di nuovo sotto il sole, ma un ottimo lavoro, che potrà piacere anche al di fuori degli appassionati del genere.
Roberto Covallero
GRAND BAZAR
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