Nella chilometrica produzione discografica di Patrick Molard, Deliou segna il bilancio di circa trent’anni passati a soffiare in diversi tipi di cornamuse, per l’occasione qui riunite: uilléan pipes, highland pipes, small pipes e naturalmente biniou. Ad accompagnarlo c’è un gruppo di “pezzi da novanta” del panorama europeo: Kalinka Vulcheva (una delle più celebri voci bulgare), Mick O’Brien alle uilléan pipes, i fratelli di Molard – Jacky a violino, mandolino, chitarra, basso, archi; Dominique alle percussioni – e Jacques Pellen alle chitarre. Il disco ha una partenza a razzo (suite di gavotte) che ci permette di conoscere la bravura dell’ultimo ospite non ancora citato, Yves Berthou, presentato da Molard come uno dei più grandi suonatori di bombarda e che finora nessuno aveva mai portato in sala d’incisione. Il seguito resta su ritmi più tranquilli ed è come un piccolo viaggio in cui si intrecciano la storia personale di Molard (i suoi incontri con musicisti galiziani, bulgari, scozzesi, irlandesi, asturiani), pezzi di storia musicale bretone (la creazione dei “biniaouerezh”, equivalente locale dei piobaireachd scozzesi) e la Storia (la rivolta di un condottiero bulgaro e dei suoi soldati ai tempi della dominazione turca, un piobaireachd composto da G. S. Mc Lennan nelle trincee della Grande Guerra). Geograficamente si viaggia tra Bretagna, Scozia, Bulgaria, Galizia e in alcuni passaggi le strade si incrociano felicemente, come nella suite di an-dro, che include una canzone d’amore bulgara e che si conclude con una melodia “vannetaise” il cui testo è cantato da Vulcheva sia in bretone sia in bulgaro. Da segnalare anche l’impressionante piobaireachd di Donald Mor Mac Crimmon (1570-1640) e il piobaireachd bretone introdotto dalla voce di Molard alle prese con il “canntaireachd”, linguaggio didattico per l’apprendimento della highland bagpipe.
Nel complesso un’incisione eccellente che grazie agli arrangiamenti sempre indovinati e senza strizzare l’occhio a facili mode ha tutti i numeri per piacere anche ai non addetti ai lavori.
Luca Pedrone
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