VANGUARD RECORDS 79844 – 2, 2007
FOLK – ROOTS/ U.S.A.
Levon Helm, mitico batterista della altrettanto leggendaria formazione che risponde al nome di The Band è uno dei padri del suono “roots” o “Americana”. Con l’aiuto della figlia Amy già leader dei bravissimi Ollabelle e la produzione di Larry Campbell già alla corte di Bob Dylan, il grande musicista di Woodstock ma originario dell’Arkansas mette a punto un disco elettroacustico nostalgico e coinvolgente. In questo clamoroso ritorno, a 28 anni dalla sua ultima incisione, e dopo un difficile periodo segnato da una brutta malattia e da problemi economici, Levon Helm rivisita la musica di quando era ragazzo. Ricordi e radici, brani tradizionali, blues e classici minori tratti dall’immenso patrimonio folk statunitense. Uno straordinario percorso musicale che abbraccia cinquanta e più anni di storia della musica popolare americana. Con questo disco, candidato ai prestigiosi Grammy Award come disco folk dell’anno, la musica “roots” americana, di cui Levon Helm e The Band sono stati i pionieri, ritrova una delle sue voci più autentiche, sincere e credibili. Il disco ha già ricevuto entusiastici consensi in tutto il mondo e il sottoscritto non può che essere d’accordo con il Washington Post che parlando di questo album scrive “… un rigoroso monumento sonoro alla musica delle radici cantato da un uomo la cui passione è diventata sinonimo stesso della musica da lui suonata…”; e come si fa a non concordare con la prestigiosa rivista Rolling Stones che nell’edizione statunitense descrive l’album come “un’inesauribile fontana da cui sgorga pura musica tradizionale”. Il disco ha arrangiamenti spartani ma efficacissimi e brani che spiccano sono davvero tanti: da “Poor old dirt farmer” in cui emerge subito lo spirito che animava The Band alla ripresa di “The Mountain” di Steve Earle con Buddy Miller ospite gradito.Ancora The Band nel sound di “The girl I left behind” con la figlia Amy efficacissima alla batteria ed un’ottimo lavoro da parte della fisarmonica che ci fa dimenticare per un attimo che a suonarla non è l’immenso Garth Hudson. “Calvary” è secondo chi scrive il brano migliore del disco. Si tratta di una bella ballad in minore figlia della straordinaria “Blind Willie McTell” di dylaniana memoria. Lo stesso arrangiamento contraddistingue anche “Got me a woman” sempre con Amy dietro ai tamburi e unbell’intreccio di slide guitar e pianoforte. Notevole anche la successiva “A train robbery”, con un nostalgico armonium sugli scudi e le parti vocali che, se socchiudiamo gli occhi e ci facciamo trasportare, sembrano proprio quelle degli indimenticabili compagni di viaggio di Levon Helm: Richard Manuel e Rick Danko. Lo stesso mood nostalgico e rigoroso pervade anche la song seguente “Single girl, married girl” altro prezioso brano da distillare con cura. L’omaggio al blues tanto caro a Levon che fu, tra l’altro, uno degli artefici della rinascita artistica del grande Muddy Waters arriva con “Feelin’ Good”, un sentito e riuscitissimo omaggio al troppo presto dimenticato J.B. Lenoir che Helm canta in coppia con Amy. Concludendo, un disco davvero commovente che colpisce dritto al cuore. Indispensabile per ogni fan di Dylan e di The Band e per chi ama ed ha amato i loro capolavori musicali. Un disco che è come un diamante grezzo, un disco intenso e tenacemente “folk”.
Fabrizio PoggiGuarda il Video:
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