Non sono in molti a recensire la musica tradizionale finlandese che esula dagli acuti di mercato dei Värttinä. Per cui ne approfitto per parlare di due dischi insieme, uno più recente e uno meno, e presentare in modo più esaustivo l’interessante gruppo dei Frigg.
Come per i JPP, gruppo storico del revival finlandese, anche per i Frigg non si può non parlare di Kaustinen. Kaustinen, insieme di villaggi sul fiume Perho nella regione occidentale dell’Ostrobothnia, da tempo molto famosa per i suoi violinisti e per le sue ensemble di pelimanni (musicisti specializzati nei repertori da danza e da festa). Uno dei villaggi di Kaustinen si chiama Järvelä e proprio Järvelä è il nome di una delle famiglie che ha dato i natali ad alcuni dei musicisti più importanti della tradizione finnica. I gruppi che nascono in seno a questa famiglia non si contano: dai JPP (acronimo di “Järvelän Pikkupelimannit”), ai Nordik Tree, ai Pinnin Pojat e vari altri gruppi.
Anche la “band” dei Frigg è Järvelä-dipendente: della decina di musicisti (circa cinque archi più strumenti a corde, percussioni e una sezione fiati) ben 3 sono di questa famiglia. E tra questi è presente Antti, un grande violinista che già nei JPP si è fatto rapire dal fascino del contrabbasso.
Nei Frigg, nome della dea nordica dell’amore e della fertilità, i vari musicisti di Kastinen si incontrano inoltre con musicisti norvegesi, ad esempio i violinisti (e suonatori di hardingfele) Gjermund e Einar Olav Larsen, della regione di Trøndelag. E con Tuomas Logrén, suonatore di chitarra/mandolino/ dobro, che arriva dalla Karelia, vicino al confine orientale della Finlandia con la Russia.
Arriviamo all’ascolto.
Le loro interpretazioni dimostrano, un volta di più, la qualità di questi “gruppi finlandesi di pelimanni” che riescono – pur con un ostentato unisono (in certi casi inusuale per la nostra mentalità e abitudine musicale) – a proporre insieme esecuzioni intelligenti e piacevoli. Esecuzioni solari che sembrano contrapporsi alle esecuzioni più ombrose, ma ugualmente ricche di fascino, dei vicini nordici svedesi.
Il repertorio – in qualche caso tradizionale, ma più spesso di composizione – ben si adatta ai desideranda degli amanti della danza: polche, polske, valzer, scottish, …
Tra i due cd personalmente preferisco il primo, Economy class, più vario, più ricco anche di annotazioni e indicazioni, così preziose quando ci si avvicina a culture che non si conoscono profondamente. In questo disco segnalo due composizioni di Antti Järvelä, la briosa Polka International de Louisiane e il dolce When the time comes I’ll be ready.
Riguardo al cd Grannen, penalizzato da un libretto molto ridotto, consiglio invece l’ascolto del brano che da il titolo al disco, una polska tradizionale arrangiata dal gruppo. Non faccio poi menzione della precisione virtuosistica delle esecuzioni: ormai a questa caratteristica i gruppi nordico-scandinavi, con poche eccezioni, ci hanno piacevolmente abituati. www.frigg.fi contact@frigg.fi
Tiziano Menduto
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