Bentornato, caro Ed, con la tua rassicurante chioma lunga e bianca, come un vecchio cantastorie che porta le sue melodie per le taverne di mezzo mondo.Chiunque ami la chitarra non può non averti visto almeno una volta ed apprezzato il tuo stile preciso, i tuoi chiaro-scuro espressivi, goduto il tuo dulcimer così soft. Fai parte felicemente di quella generazione di chitarristi che non ha più bisogno di dimostrare ad alcuno quanto è brava, non hai bisogno di svisi fatti alla velocità della luce ma continui a parlare con il tuo cuore direttamente al cuore di chi ti ascolta. Il tuo nuovo “There and gone” ha la cover con un disegno fatto probabilmente da tuo figlio (o tuo nipote) su una lavagna dove c’è un sole che splende alto. I quindici brani sono come sempre sognanti, soft, quasi “New Age”, se il termine avesse ancora qualche senso, e avrebbero facilmente trovato posto nella mitica collana “Windam Hill” se ancora esistesse. Come sempre i brani sono suonati da lui che suona le (poche) svraincisioni ed ogni tanto entra con molto garbo il bassista Tony Markellis, unico collaboratore. Buona parte dei brani sono di sua composizione, a parte la scelta di “coverizzare” brani di Hank Williams, Leo Kottke e Lennon-McCartney (ma c’era proprio bisogno dell’ennesima versione di Imagine??). Un bel disco, sussurrato, quasi crepuscolare, di quelli che veramente ti viene voglia di ascoltare la sera quando moglie e figli se ne sono finalmente andati a letto. Il pericolo forse è di addormentarsi prima che finisca…
Alberto Grollo