A un considerevole numero di anni dal precedente “Quartettino giocoso”, la formazione cameristica guidata da Bruno Raiteri propone un secondo episodio del proprio cammino discografico. Con qualche cambio nella composizione del quartetto, l’ensemble di archi piemontese ci regala altre pagine –frutto di una particolare ricerca- scelte fra quelle di autori attivi a cavallo fra Ottocento e Novecento in Piemonte e aventi in sé forti legami con la musica di tradizione oppure essendone veri e propri esempi eseguiti in stile cameristico. Si va dalle “Quattro contraddanze” scritte da Michele Novaro (quello dell’”Inno di Mameli”, per intenderci) alla “Mazurka” di Ermenegildo Carosio, da “Farfallina”, un tango di Pier Luigi Menighetti, a canzoni tratte dal libro di Alfredo Nicola “Veje canson popolar piemonteise”, per un dipanarsi dolce e tranquillo, interpretato con spirito decisamente romantico, della scaletta che si conclude con l’”Hora Mystica” di Leone Sinigaglia (autore amico di Brahms, Mahler e Dvoràk e raccoglitore di oltre cinquecento melodie piemontesi) e “Vertigini”, un gran valzer in stile viennese di Giuseppe Capitani. È un piacere constatare che, seppure centellinando le uscite, una proposta originale e di valore artistico indiscutibile come quella del Quartetto Tamborini sia giunta al secondo episodio, segno di un rinnovato interesse per questa inconsueta angolatura particolare da cui osservare il ruolo che la tradizione ha avuto in un’epoca in fin dei conti non tanto lontana ma che rischia già di coprirsi d’oblio.
Roberto G. Sacchi
Quartetto Tamborini – “Ël Giardin dl’Amor” (CD)
Folkclub Ethnosuoni – ES5354, 2006
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