L’Istituto Ernesto de Martino ” per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario” (IEdM) nasce a Milano negli anni Sessanta del Novecento alla scopo di razionalizzare i materiali di ricerca di Gianni Bosio e del gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano e raccoglie l’eredità delle “Edizioni Avanti” e delle “Edizioni del Gallo” che nel 1975 diventano “Edizioni Bella Ciao” Sull’importanza e sull’attività del IEdM si rimanda al libro di Cesare Bermani Una storia cantata 1962-1997. Trentacinque anni di attività del Nuovo Canzoniere Italiano/ Isitituto Ernesto de Martino, edito da Jaka Book.
Da alcuni anni l’ IEdM ha sede a Sesto Fiorentino e nel 2008 è stato avviato un lavoro di riordino dei materiali contenuti nell’archivio, in particolare quelli relativi alle attività delle Edizioni Avanti tra il 1953 e il 1964.
Grazie a questo lavoro è stato ritrovato il dattiloscritto con la copertina floreale “Portella della Ginestra” di Ignazio Buttitta ( 1899-1997) e un ricco carteggio tra lo stesso Buttitta e Gianni Bosio, che attesta un intenso dialogo umano e politico e una fattiva collaborazione.
Il testo inedito è un dramma in quattro atti, in italiano, che fu scritto tra il 1957 e il 1958.
Portella della Ginestra, nei pressi di Palermo, è una delle più tragiche pagine del secondo dopoguerra in Sicilia, la prima strage di stato, l’inizio di quella “strategia della tensione” che culminerà nel 1969 con la bomba di Piazza Fontana a Milano.
Il primo maggio 1947 Salvatore Giuliano e la sua banda sono gli esecutori materiali
di un massacro di lavoratori, contadini, braccianti e sindacalisti inermi riuniti a Portella per la festa del Lavoro che provocò 12 morti e 33 feriti.
Questa tragedia umana e politica colpì nel profondo Ignazio Buttitta:” U me cori doppu tant’anni è a Purtedda. E’nta petri e nto sangu di compagni ammazzati” (Dopo tanti anni il mio cuore è a Portella”. E’ nelle pietre e nel sangue dei compagni ammazzati) Sono le parole di Buttitta scolpite su un masso a Portella, accanto ai nomi dei morti.
Butitta su Portella ha scritto quattro liriche, la prima nel 1948, ed è il soggetto più trattato nella sua produzione letteraria.
Una produzione letteraria che è una costante denuncia delle ingiustizie, dello sfruttamento e un incitamento alla ricerca della giustizia, del riscatto sociale ed umano, della dignità e della fratellanza.
Di tutto questo è toccante testimonianza lo scritto di Emanuele Buttitta, nipote di Ignazio, nel contributo che accompagna il testo e che significativamente porta il titolo: “Portella della Ginestra: terra della madre, voce del padre”.
Antonio Fanelli si sofferma sul carteggio ritrovato e sui rapporti tra Buttitta , Paolo Grassi, storico fondatore, insieme a Giorgio Strehler; del Piccolo Teatro di Milano, e Gianni Bosio.Dagli scritti emerge un profondo rapporto di amicizia, stima e collaborazione che prende le mosse dall’allestimento, nel 1956, dello spettacolo “Pupi e cantastorie di Sicilia” e che porterà anche alla scrittura di questo testo teatrale.
I motivi per i quali questo dramma non sia mai stato rappresentato non emergono dal carteggio e la scomparsa di tutti i protagonisti impedisce di saperne di più.
Ora che è stato ritrovato nel prossimo mese di agosto verrà proposto a Fosdinovo (MS) all’interno della Rassegna “Fino al cuore della Rivolta”, manifestazione organizzata dagli Archivi della Resistenza – Circolo E.Bassignani .
Come scrive Emanuele Buttitta:” Dunque pubblichiamo Portella della Ginestra e la metteremo in scena: perché le sue ragioni sono ancora attuali, tali e quali. In tempi in cui gli uomini fanno delle loro passioni le loro ragioni, noi facciamo delle nostre ragioni le nostre passioni”.
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