Nella quarantennale storia del folk revival nostrano di dischi di musiche per il ballo ne sono stati prodotti decisamente pochi. Ancor meno, se si prendono in considerazione quelli che sono anche, principalmente, se non esclusivamente, cantati. Occorre quindi celebrare l’uscita di questo disco con tutta l’attenzione che merita anche in considerazione dell’assunto teoretico che spicca come motivazione e cifra stilistica: una riflessione dell’etnomusicologo rumeno Constantin Brăiloiu (1893-1958) che più o meno sostiene: “nella musica popolare creazione e interpretazione si confondono ovvero che, nel rispetto delle regole esecutive funzionale al ballo, c’è molta creatività”. Il repertorio che Blu L’Azard ha scelto per questo suo esordio discografico è composto da brani tratti sia dalla tradizione musicale occitana e francoprovenzale sia di nuova composizione, più o meno conosciuti, interpretati da un quartetto composto da Peyre Anghilante, Marzia Rey, Pierluigi Ubaldi e Flavio Giacchero, al quale si devono la maggior parte delle composizioni. “Enfestar” cattura l’attenzione al primo ascolto per l’inconsuetudine degli arrangiamenti vocali e strumentali (più originali i primi), che si rifanno senza remore alla scuola francese, Paese in cui il canto sul ballo ha lunga e gloriosa tradizione. Parimenti, oltre alla sua piacevolezza, “Enfestar” è un prezioso strumento divulgativo e didattico dal punto di vista linguistico, presentando traduzioni a fronte di occitano, franco-provenzale, piemontese e italiano. Un gioiellino tutto da leggere e ascoltare. www.chambradoc.it
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