di Gianni Giusti
A due anni di distanza dal precedente Vita che torni, Ernesto Bassignano ritorna con un nuovo disco che è una sorta di viaggio interiore, dove l’autore parla di attualità, di politica, del sociale, seguendo un filo logico di un suo discorso di critica della società contemporanea che da anni port avanti nelle radio con le quali collabora e recentemente anche come commentatore e polemista sui social.
Tra gli antesignani del Folkstudio di Roma, con De Gregori, Venditti, Lo Cascio e De Angelis, uomo politico del PCI, giornalista alla Rai e a Paese Sera, romano d’origine piemontese, di stretta fede juventina, Bax è un vero e proprio personaggio della cultura italiana.
Questo suo nuovo disco, Il grande Bax, si apre con l’autobiografica Chi sono davvero, una ballata nella quale fa il punto della sua vita, usando curiosamente tutti i verbi all’infinito
Guardandosi incontro, dal punto di vista, non può che vedere macerie fumanti ovunque. Come nella canzone Desy e Tino, dove racconta del grande amore tra Daysi Lumini e Tino Schirinzi, che nella vita reale, dopo aver scoperto la malattia irreversibile di lui, si gettano insieme da un ponte del Mugello. E i giornalisti italiani non riusciranno a trovare il tempo e la voglia di scrivere più di poche banali righe di commento. in cronaca.
Si passa poi attraverso i temi della diservità in Gente di passaggio, e poi della guerra in È la guerra.
Lo chiamavano artista, una bella rumba, cita Luigi Tenco e manda una frecciata ai cantautori arricchiti.
Motori tratta il tema dell’amore per i motori d‘epoca, del loro romantico fascino, mentre in Per te,Bassignano affronta un argomento difficile e insidioso, dedicandola a Valeria Solesin, unica italiana morta nell’attacco islamista del Bataclan di Parigi; prima di chiudere con una breve e struggente poesia di Duilio del Prete, indimenticabile attore, ma anche autore di un certo livello, che qui tratta della vita che ci sfugge, che ci fa perdere l’ultimo abbraccio (Come un abbraccio).
Il grande Bax ci consegna l’immagine di un Bassignano che aspetta con occhio ancora curioso il tempo che verrà e che prova fare i conti con i piccoli e grandi dolori personali e sociali. Forse non sempre con serenità, ma con grande curiosità
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