A distanza di due anni da Mesimér, uscito nel 2012, il musicista albanese Admir Shkurtaj propone un nuovo lavoro per piano solo: Feksìn. Brani tradizionali del Salento e dell’Albania sono interpretati dal musicista, scomposti e ridisegnati a volte secondo piani armonici diversi e registri estremi. Dal pianoforte, talora preparato, vengono estratte sonorità dense e aspre; il piano cessa di tracciare la melodia e diventa percussione, o entrambe le cose. A volte interviene la voce, ma è un elemento distante, nostalgico. Le disarmonie musicali comunicano distanza rispetto alla terra in cui si è dovuti emigrare e, certamente, la sonorità del pianoforte, estranea a quelle degli strumenti con cui i repertori della tradizione vengono eseguiti, rende più marcato il distacco.
Nato in Albania, salentino d’adozione, Shkurtaj offre un approccio contemporaneo alle melodie tradizionali. Diplomatosi in Fisarmonica a Tirana, nel 1991 viene in Italia, dove si diploma in Composizione al Conservatorio di Lecce. Scopre il jazz, che inizia a suonare con musicisti locali; conoscendo bene le tradizioni popolari della sua terra, le mescola ad altri generi suonando la fisarmonica in gruppi musicali salentini. Successivamente fonda la formazione di jazz balcanico Talea con cui incide un disco; poi si diploma in Musica elettronica.
In Feksìn reinterpreta Aria de lu trainu (video al link https://www.youtube.com/watch?v=Y7zwf9OgO6g), Stornelli, Aremu, Sciusciumaniellu, Quannu cammini tie, Quannu te llai la facce, Rindineddha, che al piano sublimano in stilizzazioni evocative, pur non rinnegando la melodia. Si affiancano ai brani albanesi Mu aty te shlat zymbylat, Valle nga Shqiperia e mesme, interpretati con sentimento e vigore. A questi si aggiungono i brani di composizione originale Around Malìa, Krahë (video: https://www.youtube.com/watch?v=l3bNmwNv5go), Plurigestual in cui il piano viene usato nella sua totalità: suonato ma anche percosso, sfregato, usato come cassa di risonanza. Tradizioni e jazz d’avanguardia, gli ingredienti principali di questo CD, appaiono simultaneamente in tutta la loro forza.
Feksin è un gioco ottico: è il riflesso delle finestre delle case sulla costa di Puglia quando vengono osservate dai pastori sulle montagne dell’Albania, suggeriscono le note di copertina. Le coste albanesi e quelle salentine, separate dall’Adriatico, vengono avvicinate, scrutate, rivoltate, capovolte dalla sensibilità di Shkurtaj. Sicuramente è un riflesso che ha un sapore aspro, straniato come può essere il sapore della partenza e del distacco; è al tempo stesso la traccia di un confine musicale che Admir Shkurtaj, con la sperimentazione di linguaggi nuovi, vuole portare un po’ più in là.
Un esperimento molto interessante, a tratti forse un po’ cerebrale ma suggestivo, senza dubbio riuscito.
Carla Visca
www.suonidalmondo.com
Shkurtaj, Admir – “Feksìn” (CD)
AnimaMundi edizioni – AM29 2012
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