Il 4 ottobre prossimo (la prima domenica del mese) il Festival del Canto Spontaneo si ripresenta, puntuale, a Givigliana (Gjviano) dove, nel 2008, inaugurò la prima edizione allora dedicata a Lido Zanier fondatore, assieme alla moglie Ada, a Pieri Pinzan e la moglie Ines di un gruppo corale spontaneo il quale fu diretto, per qualche anno, dalla prestigiosa figura di don Gilberto Pressacco.
A Givigliana c’è un particolare “genius loci”, il Silenzio sacro della montagna, la tranquillità e la sobrietà del vivere semplice ed è lì che Novella Del Fabbro e Giovanni Floreani, ideatori della rassegna iniziarono quest’avventura. Le immagini di Luca D’Agostino che ogni anno immortalano la manifestazione sembrano “cantare” la gioia di quei momenti trascorsi assieme, lontani dall’idea di evento per quanto si tratti di un festival riconosciuto e stimato.
Fin dalla seconda edizione il Festival, pur mantenendo la centralità dell’appuntamento di Givigliana, si espande in varie zone d’Italia e all’estero e la sua programmazione è distribuita in un lungo arco di tempo (quest’anno da Maggio a dicembre). Nel corso degli anni sono passati nel piccolo paesino nell’Alta Val Degano artisti ed intellettuali che hanno fatto la storia recente del folk italiano: Giovanna Marini, le donne di Giulianello, Lucilla Galeazzi, Barbara Zanoni, i musicologi Renato Morelli, Valter Colle, Andrea Del Favero, Dario Marusic, i Viesh della minoranza Arberesh, il compianto Claudio Rocchi, Paolo Tofani, Boris Savoldelli, Tran Quang Hi, Pierre Marietan e molti altri ancora.
Come di consueto il programma del festival prevede approfondimenti collegati alle tradizioni popolari e momenti di elaborazione e sperimentazione e tale scelta permette di mettere in relazione il ricco patrimonio del repertorio popolare (spesso sconosciuto o scarsamente frequentato) e le possibili elaborazioni le quali possono rendere contemporanei certi documenti antichi ma forieri di elementi innovativi nella loro essenzialità e sobrietà.
Ecco, quindi, che l’interessante serata dedicata ai canti liturgici in Carnia e val Resia (Ovaro , 2 ottobre) trova efficace complementarietà con le sperimentazioni probabili negli appuntamenti del 5 e 6 ottobre (Villalta di Fagagna e Venezia) denominati “la Parola, il Canto, la Voce”. Molto interessante sarà il seminario “Incontro con la Voce” che Miriam Palma, vocalist palermitana, terrà a Udine il 3 ottobre. Ritorna anche la performance Watermemory (Sonia Di Gennaro, Giovanni Floreani, Evaristo Casonato) a Udine il 9 ottobre (alle 23,00 presso il centro polivalente Visionario di via Asquini). L’evento rappresenta il frutto di una sinergia fra il Festival del Canto Spontaneo e il progetto “Riconoscere la Bellezza” ideato da Serena Pellegrino, deputato SEL la quale in Parlamento ha depositato una proposta di legge da inserire in Costituzione, riguardante il tema della “Bellezza” in ambito culturale.
Ancora Venezia, il 1 ottobre , con un progetto provocatoriamente destabilizzante: Destroy Venice. Si tratta di un’analisi sulle prospettive di una città invasa dal turismo che sta perdendo la sua autodeterminazione. Le immagini di Marian Mentrup assieme ai testi di Alberto Madricardo letti dall’attrice Daniela Gattorno e alle musiche di Giovanni Floreani illustreanno, da un punto di vista artistico, le tesi per una possibile svolta.
Nonostante il tema proposto, “Profondità”, sia impegnativo la programmazione a Givigliana e Rigolato /4 ottobre) offre un palinsesto variegato dove si alterneranno momenti “profondi” a spazi meno impegnativi, ma non certo superficiali. Ricca è la sequenza di artisti e relatori: il quartetto vocale della chiesa di Santa Maria Maggiore di Trieste diretto dal Maestro David Di Paoli Paulovich, Tradmod, un gruppo di archi coordinati da Giulio Venier, il nuovo progetto di Marisa Scuntaro con Michele Pucci e Lucia Clonfero. Il giovane musicologo Alessio Screm emanciperà il pubblico sulle elaborazioni della musica sacra in Friuli; Claudio Milano, una particolare giovane voce di origine pugliese aprirà la parte più “sperimemntale” del festival proponendo canti tradizionali della sua Terra, ma anche una sua particolare visione di come si possa manipolare, seppur con rispetto e discrezione, i documenti della tradizione e farli diventare contemporaneità. Miriam Palma, palermitana, da oltre 30 anni ricercatrice vocale analizzerà un territorio spesso sconosciuto: le potenzialità della Voce.
Sarà Paolo Tofani/Krsna Prema, conosciuto chitarrista della storica band Area nonchè monaco Vaisnava, a chiudere il festival con una particolare performance la quale coniugherà la Parola, la Voce e il Suono.
Il festival recupera inoltre una tradizione antica, la processione della croce di San Marco e grazie a Leo Gracco di Givigliana il quale con abilità unica costruisce un certo numero di croci da distribuire ai partecipanti, si inizierà con la breve processione verso la chiesa ma la vera chiusura del festival è, fin dall’inizio, caratterizzata dal canto di “Che di Falset” eseguito da Ada Bottero Zanier. E così sarà anche quest’anno.