Maribel Quiñones ha esordito quasi vent’anni fa nel gruppo andaluso Jarcha, la cui originale interpretazione di brani flamenco gli ha consentito di raggiungere una certa popolarità. Assunto nel 1985 il nome d’arte di Martirio (nel quale si riflettono le sue posizioni femministe), Maribel Quiñones ha continuato a muoversi in un’area musicale in cui si mescolano flamenco, rock, cabaret e, successivamente, blues e jazz. Momento importante della sua carriera l’incontro nel 1994 con il chitarrista blues Raul Rodriguez. Con lui come co-produttore Martirio firma questo “Flor de piel”, suo quinto disco (se non si considerano le sue partecipazioni a album tributo e di altri musicisti). Il sottotitolo del disco “Cantes de la otra orilla”, cioè “Canti dell’altra sponda” sta a significare la scelta di repertorio fatta dalla cantante in questo CD: brani di autori sudamericani, e non solo dei ben noti Vinicius de Moraes, Antonio Carlos Jobim o Carlos Gardel, ma anche di autori meno conosciuti dal grande pubblico: Maria Grever, Bola de Nieve, J.M. Contursi, M. Mores, Vincente Garrido, Marta Valdes, A. Le Pera, Rene Touset, E. S. Discepolo, C. Icella, A. Tejada Gomez. Tema principale dell’album è l’amore, che Martirio canta con intensità, librandosi con la sua voce sul terreno di suoni che Rodriguez e gli altri musicisti le forniscono, e che spesso è qualcosa di più di una semplice base su cui la cantante costruisce le proprie interpretazioni. Lo stile musicale del disco affonda le proprie radici nel flamenco, ma l’uso, accanto alla chitarra, di strumenti come il contrabbasso, il pianoforte e la batteria, venano di jazz tutte le dodici tracce dell’album. Probabilmente al primo ascolto “Flor de piel” può risultare leggermente monocorde, senza brani che spiccano sugli altri, ma si tratta di un disco in cui si ricavano più emozioni dalle sfumature e dai passaggi vocali e strumentali che non dalle canzoni nel loro complesso. Altrimenti come si potrebbe spiegare che riesce a trasmettere qualcosa anche l’iniziale “Júrame”, pur se in essa si riconosce immediatamente “Pensami”, abusatissimo successo di Julio Iglesias? Album consigliato soprattutto a chi, amando la canzone ispanica e il flamenco, non disdegna le stimolanti commistioni che si possono creare fra questo genere e altre forme musicali, prima fra tutte il jazz.
Alessandro Nobis
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