di Gianni Giusti
Abbiamo avuto modo di conoscere dal vivo Foga & Nico in una bella serata d’estata in terra friulana, a Folkest e ci aveva ben impressionato il loro folk-rock di stampo americano abbinato a significativi testi italiani. Il tutto condito da una bella dose di simpatia, ironia e carica che danno al gruppo un bel tiro in concerto.
Ora abbiamo tra le mai questo loro disco d’esordio, Gente di passaggio, uscito per La Clinica Dischi, registrato a Suardi (PV) presso lo studio privato di Andrea Garavelli, mixato a Sarzana (SP) da Roberto Benacci presso lo studio de La Clinica Dischi, mentre il progetto grafico è di Greta Pinzi.
Il gruppo è formato da Nicola Farinello (voce e chitarra acustica), Carlo Guardamagna (chitarra elettrica, piano, synth, chitarra acustica), Andrea Gravelli (basso, batteria, chitarra elettrica), Alberto Fiorani (basso) Antonio Curedda (coro e fisarmonica) Giorgia Sperduti (coro).
E’ un disco che vuole raccontare – si legge nella presentazione – questo periodo di transizione tra due millenni, forse tra due epoche, tentando di metterne in rilievo luci e ombre: il disagio delle nuove generazioni, l’amore ai nostri giorni, la condizione di chi è costretto a gesti eclatanti, come arrampicarsi su una gru, per gridare l’ingiustizia di un’esistenza insostenibile e poi ancora la ricerca del futuro, la follia, la necessità del cambiamento. Un tentativo non solo artistico e culturale, ma anche umano, di non farsi travolgere da questo assurdo presente, anche per un istante soltanto, per poterlo guardare negli occhi e metterlo a nudo, raccontandolo attraverso le parole e i diversi sviluppi musicali che ne seguono. Spicca il rapporto della band, e di Nico in particolare, con la propria generazione, che viene in qualche modo provocata e definita, appunto, gente di passaggio, generazione dimenticata, qui ferma, incatenata, di cui l’autore stesso si sente parte integrante, trasformando la critica in autocritica.
La possibile soluzione, secondo i ragazzi del gruppo, è nella creatività, forse con un neanche troppo velato riferimento a Van Gogh. Un atto di ribellione che vuole essere anche un atto d’amore verso il mondo e l’umanità. Un disco pieno di slanci e di punti di riflessione. Li aspettiamo alla prossima prova.
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