AUTOPRODUZIONE, 2008 – FOLK CONTEMPORANEO/PIEMONTE
Avemmo già l’occasione di incontrare i suoni spontanei e freschi del Canzoniere Monferrino diversi anni fa, all’epoca dell’uscita del loro primo disco “Al prinsi e al Ninin”. Ricordiamo che ci colpì in particolare l’affetto per le proprie tradizioni che il gruppo di autentici appassionati di Moncalvo (Asti) aveva saputo trasfondere nei brani del disco, tradendo una peraltro malcelata intenzione di mantenersi distanti dal folk-revival come da qualsiasi altro genere musicale, interessati soltanto a mettere in primo piano le tradizioni musicali e linguistiche del Basso Monferrato astigiano. Lo si capisce dalla cura con cui è stato redatto il libretto, attento a tanti dettagli preziosi per comprendere il senso della ventina di canzoni contenute nel disco (solo due i brani strumentali): ci sono le ballate raccolte dal Nigra, come scontato, ma ci sono anche molti canti da cantastorie e canzoni d’occasione, come una inattesa versione di “Cielito Lindo” con testo ironico e satirico che rimanda a una probabile origine di osteria. Trent’anni sono passati dalla fondazione di questa allegra brigata astigiana, trent’anni spesi a raccogliere e conservare, con passione e entusiasmo. E proprio in apertura del disco, una testimonianza diretta: l’intervista sonora all’informatrice Elvira Iride Fresia Mortarotti, registrata alla fine del 2001, nella quale vengono accennati gli incipit del contrasto “Le repliche di Marion” e della filastrocca “Nana Cuncheta”. Registrato con mezzi certamente migliorabili (ma che lasciano intatta una certa atmosfera spontaneistica), “Furvaji Monfrin-i” non pretende di essere un capolavoro, ma è un segnale forte della consapevolezza di persone che hanno fatto di una passione individuale un documento collettivo di sopravvivenza e in quanto tali vanno lodate e incoraggiate: Gianluca Alasio (basso, crin-a, tastiere), Dino Bertolotti (chitarra), Dario Corino (chitarra, voce), Emily Follador (voce), Mario Moro (fisarmonica, tastiere, voce), Renato Rossi (voce, percussioni) con il contributo di Dorian Muci (violino).
Sergio Palumbo
Lascia un commento