di Felice Colussi
Che il meticciato sia ormai un marchio di fabbrica che sembra irrinunciabile nel mondo della world music (ma esiste ancora?) è ormai assodato e dietro questo paravento si nascondono spesso crimini musicali contro l’umanità. Ebbene, nel caso di Giuliano Gabriele è pienamente giustificato, anche se, proprio per toglierlo da quel marasma lì visto che non si merita, nel suo caso sarebbe più corretto parlare di doppio.
Italiano, ciociaro per la precisione, e francese, organettista trad per tradizione familiare, ma prodotto in studio da Martin Meissonnier, già al fianco di Femi Kuti, Khaled, Alan Stivell, Page & Plant, Manu Dibango, Afrika Bambaataa e molti altri.
In questo suo nuovo lavoro Basta! veniamo proiettati in una dimensione sperimentale con una base molto elettrica di batteria/basso/chitarra/synth e immancabili sequenze sulla quale si appoggiano i suoni e i colori degli strumenti della tradizione dell’area mediterranea come organetto, lira calabrese, bouzouki, viola, chitarra battente. Accanto a ciò, va sottolineata la scelta dell’italiano e non del dialetto, per aumentare, secondo Gabriele, la fruibilità della propria musica, in un ideale di difesa nella trasformazione della stessa musica di origine popolare, superando le cesure avvenute negli anni Sessanta. Un continuo inno al risveglio delle coscienze, un grido artistico attraverso dieci brani inediti che vedono Giuliano Gabriele, per la prima volta in vesti dichiaratamente cantautorali, addentrarsi dove vivono tutte le frustrazioni, le paure e l’impotenza della quotidianità. Una quotidianità nella quale ciascuno di noi indossa una maschera, ma anche un dimensione tra realtà e sogno, dove le maschere sono molteplici, in un concept grafico che gira intorno a questi personaggi chiamate da Gabriele le Maschere della Coscienza, autentiche traslazione che danno un volto fantastico ad alcuni dei temi più scottanti affrontati nel disco. I materiali utilizzati per la loro realizzazione sono tutti di riciclo, sono degli oggetti comuni e diventano una parte importante dell’esibizione dal vivo del musicista italo-francese con il suo gruppo. Ecco allora la Disperata, con il viso smunto in macramè e i capelli dello stesso arancione fluorescente dei giubbotti di salvataggio. Ecco la Mammasantissima, il potere occulto, quello dei soldi facili della mafia, della ricchezza ingiusta, che si traveste da demonio. E poi la USA&GettaWar, con il volto di jeans e le piume degli indiani d’America, con una lacrima di sangue e proiettili al posto del sorriso. E poi ancora FuturAntica, la maschera concepita dall’Intelligenza Artificiale, per finire con Mondo-Ezza, fatta di sacchi neri dell’immondizia, di vecchi dischi, di lattine di metallo e di rifiuti occidentali d’ogni genere.
Cosa ci racconteremo mai fra vent’anni e due minuti? – si chiede e ci chiede Giuliano Gabriele.
Lungi dal voler dar presuntuosamente risposte d’onniscienza, questo disco mette là alcuni spiunti di riflessione, rimescola le carte di una nuova tradizione mediterranea, offre un po’ di poesia: réveillez vous, fuori dalle cose, fuori dalle scuse, fuori da quei petali… Non è poi poco, se ci riflettete un po’.
Artista | GIULIANO GABRIELE |
Titolo | BASTA! |
Label | Autoproduzione – InOuie Distribution |
Supporto | CD E DIGITALE |
Anno | 2024 |
Sito | https://giulianogabriele.it/ |
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