L’Irlanda è uno dei pochi Paesi europei nei quali si perpetua da secoli il culto della tradizione popolare: nello studio storico – anche della strumentazione -, nello studio di manoscritti e di antichi testi, nella ricerca sul campo dei portatori originali, nella riproposizione dell’antico repertorio e nella scrittura di nuove melodie, danze e testi sempre nel solco della cultura popolare. Il quintetto Goitse di Limerick, giunto con questo al terzo CD dopo l’omonimo del 2010 e Trasformed di due anni dopo prodotto da Donal Lunny, si innesta alla perfezione in quest’ultimo filone, scrivendo ed arrangiando “nuova musica irlandese” di grande livello considerata anche la giovane età dei componenti: Aine McGeeney al violino ed alla voce, Colm Phelan alle percussioni, Conal O’Kane alle chitarre, James Harvey al banjo e mandolino ed infine il fisarmicista Tadhg O’Meachair.
Ci sono le ballate, ci sono sono le arie di danza e ci sono delle ………. sorprese come il medley “Trip to Dixie / Bate’Coxa”, viaggio tra il Sud degli States e il Brasile di Marco Pereira, straordinario chitarrista compositore che ha appunto scritto la seconda parte del medley. Oppure l’omaggio alla compianta cantante dei La Lugh Eithne Ni Uallachain: l’interpretazione di un suo brano, “Ta Sé ‘Na Là” dal repertorio appunto dei La Lugh di Eithne e del violinista Gerry O’Connor, una band che ha lasciato un profondo segno nella musica irlandese degli ultimi due decenni e che andrebbe riscoperta. Mi infine permetto di segnalarvi, per la loro bellezza ed intensità altre due tracce, “619” composta da James Harvey con il violinista ed il banjo che duettano ed il medley “Well Bill / The Rocky Town Light / Miller of Drohan” che ci “racconta” (il virgolettato è d’obbligo visto che si tratta di uno strumentale) delle bellezze di una località sul lago Michigan.
Hanno scritto e detto che questo gruppo è il futuro della musica tradizionale o di matrice popolare irlandese. Modestamente concordo.
www.goitse.ie
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