Dice l’autorevole Devoto – Oli alla parola “Artigiano”: “Chi lavora a prodotti non in serie, artistici o no”. Sembra scritta a misura di Lino Straulino da Sutrio, questa definizione. Perché la passione, la sua storia personale e l’amore per la musica che tutto pervade ne fanno un nobile artigiano come del resto ne esistono ancora sia nel mondo della musica che in altri e, aggiungo io, per fortuna.
Questo suo recentissimo lavoro “Gorai” è l’esempio di tutto ciò: produzione del CD a cura della Nota, autoproduzione del vinile in 300 copie numerate, arrangiamenti ridotti allo stretto indispensabile, la solita impeccabile tecnica alla chitarra acustica ed ancora una volta grandi capacità a livello compositivo ed intepretativo. Certo, questa è una sola delle sfaccettature del polimorfico musicista friulano, lontana dagli impulsi progressive del nuovissimo “Mutual agreement” ma piantata ben bene nelle radici della sua terra che conosce come pochi altri. Come dimenticare le gemme come “La Munglesa” e “La bella che dormiva”, punti fermi per chi si occupa della rivisitazione del patrimonio tradizionale? Questo Gorai quindi, è una collezione di dodici brani originali, cantati qui in friulano e là in inglese, brani dove emerge dovunque la passione che Straulino mette in ciò che fa: scrivere, esprimere le proprie sensazioni e sentimenti, suonare, limare qui e là fin a quando la canzone è come “deve” essere: semplice, sentita, comunicativa – nonostante la difficoltà per i non “friulofoni” (scusatemi il termine) -, ed allo stesso tempo totalmente “scarnificata” da qualsivoglia orpello. Essenziale. E se non vi basta il brano d’apertura “As a tree”, allora gustatevi “Tal fret di Londre”, “L’albe” o ancora “Sore sere”. Ancora non basta? Ma siete incontentabili allora!
Alessandro Nobis
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