Pianista statunitense di chiare origini indiane, già studente di matematica e fisica a Yale e Berkeley, Vijay è un artista che ha fatto della logica del divenire una inesauribile fonte ispirativa. A partire dal titolo di questo lavoro, che cita la storicità come la condizione di essere collocati nel divenire della storia, con tutto quello che ciò può implicare. E’ da questa considerazione che assumono significato le sue interpretazioni quasi estreme di classici di Stevie Wonder o Leonard Bernstein, mentre è chiaramente intuibile quanto le sue origini asiatiche riescano a fungere da filtro ideale per la sua creatività contemporanea. Peraltro, la sua preparazione culturale di tipo rigorosamente scientifico contrasta con l’assoluta libertà che l’artista si concede quando si esprime a ruota libera, lasciandosi travolgere dall’irruenza di un fiume di note che, solo apparentemente, mal si conciliano con il rigore espressivo che sarebbe logico attendersi. Un disco non facile, ma che ti rimane dentro per la sua rara capacità di comunicare sensazioni contrastanti, come razionalità e intuito, che trovano il proprio denominatore comune a confezionare un progetto musicale unitario e coerente. Nella diversità del divenire.
Enrico Lucchesi
Vijay Iyer Trio – “Historicity” (CD)
ACT 9489-2, 2009
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