Con una efficace definizione ormai passata di moda, dischi come questo si sarebbero archiviati alla voce “concept album”, intendendo con ciò il frutto del lavoro di autori e interpreti concentrato su un tema da sviluppare in modo creativo e coerente. In questo caso, il tema è una figura mitologica della tradizione vicentina, un po’ donna un po’ serpente d’acqua. Scritto in lingua alto-vicentina da Enio Sartori, composto e interpretato da Patrizia Laquidara (una delle ultime giovani artiste pop a guadagnarsi fama e prestigio senza gli “aiutini” dei vari Amici e X-Factor, siciliana di nascita ma cresciuta nella parte più arcaica e ancestrale della provincia di Vicenza) e dalla band Hotel Rif, il disco è di quelli che lasciano il segno. Vuoi per la curata ambientazione sonora (del buon pop condito con più di un sapore etnico), vuoi per la suggestione letteraria dei testi, vuoi per l’esecuzione e la registrazione professionalmente esemplari. Ognuno troverà l’ingrediente che più lo ha conquistato, e alla fine rimarrà soddisfatto. Certo: alle nostre orecchie deviate da anni di ascolti folk più o meno integralisti alcune soluzioni timbriche e alcune scelte arrangiatorie appariranno un po’ troppo patinate, al punto di farci provare nostalgia di qualche asprezza, di qualche provocazione sonora; ma ascoltando questo “Canto” non si può che restare stupiti di fronte alla capacità degli autori e esecutori di creare qualcosa di fortemente magico ed evocativo, catturante e convincente. Leggiamo nel comunicato stampa che presto Patrizia Laquidara abbandonerà comunque l’esperimento e tornerà al pop cantato in italiano. Peccato: avrebbe potuto essere l’inizio di una curiosa e appagante avventura…
Contatti: www.patrizialaquidara.it
Dario Levanti
Lascia un commento