Mancava alla discografia di una delle cantanti più importanti del folk revival italiano un disco solista, essenziale e mirato, che desse la possibilità a tutti i suoi estimatori –che non sono pochi- di apprezzarne la voce in quasi assoluta purezza e perfetta solitudine (la accompagna solo l’ottima chitarra di Silvano Biolatti, e in un brano duetta con Donata Placida “Dina” Staro, curatrice del progetto discografico). “Io t’invoco, libertà” (il titolo è tratto dall’ultima traccia del disco, la versione italiana di “Libertad”, autentico inno alla libertà di tutta l’America Latina) è un percorso interpretativo che parte dalle ballate della tradizione contadina piemontese arcaica (frutto delle ricerche di Franco Coggiola e Roberto Leydi, Silvano De Pizzol, Maurizio Martinotti, Maura Guaschino, Leone Sinigaglia) e giunge ai canti operai e di protesta del Novecento, attingendo anche al repertorio di Cantacronache. Questa ampia e varia selezione ci consente di percepire tutta la sensibilità che contraddistingue il canto di Donata Pinti, che riesce con grande maestria a rendere la tragedia come la speranza, la passione come l’incanto, la forza della ribellione come la satira pungente (da non perdere la deliziosissima “Ero un consumatore” di Fausto Amodei). Dote che Donata ha quasi sempre messo al servizio di ampie formazioni (Cantovivo, Ciapa Rusa, Baraban…) ma che in questo disco “solo” si percepisce con immediata efficacia. Molto bella la confezione, con ampi spazi dedicati ai testi e ai contributi letterari di Placida Staro, della stessa Pinti, di Paolo Sirotto, di Alberto Cesa, al quale il disco è teneramente dedicato.
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Dario Levanti
alessandro nobis dice
BELLISSIMO, COMPLIMENTI DAVVERO, UN DISCO CHE MANCAVA PROPRIO. I CANTI NARRATIVI ITALIANI OFFRONO ANCORA OGGI GRANDI MARGINI INTERPRETATIVI.
marina ugolini dice
Grazie Donata, per questo atteso e intenso cd, e complimenti per la tua ancora bellissima voce.