Dietro il suggestivo ma criptico nome di Società del Chiassobujo si cela una formazione musicale creata intorno a un progetto. Trasformare in canzoni le composizioni letterarie di un poeta casentinese, Jacopo Bordoni, vissuto a Poppi fra il 1860 e il 1936. Un poeta sui generis, autodidatta, socialista umanitario… un personaggio carismatico non solo per la sua terra di Casentino, un simbolo della capacità di volare alto anche di chi si muove negli strati inferiori della società a cavallo fra Ottocento e Novecento. Già apprezzato in vita (nel 1902 Ersilio Ricci, prefacendo la raccolta “A colpi di martello”, scrive “Fuori delle accademie, dei salotti, degli elzeviri e delle riviste simboliste, freme un’arte pura, sincera a cui s’abbandona l’anima libera e rude, impetuosa e affettuosa del poeta nato dal popolo”), la sua fama è un po’ scemata nel secolo scorso, per poi riprendere vigore nell’anno che si è appena concluso grazie a questo Cd pieno di sorprese. La prima è che, generalmente, i tentativi di musicare poesie hanno finora sortito effetti piuttosto deludenti dal punto di vista musicale, fatto salvo il geniale “Non al denaro non all’amore né al cielo” di Fernanda Pivano e Fabrizio De Andrè (in cui, peraltro, spesso il testo originale di Edgar Lee Masters è stato piegato alle esigenze del pentagramma) e poco altro (ricordiamo il bellissimo “Luna de Papel” della compianta Marisa Sannia interprete delle poesie di Garcia Lorca). La Società del Chiassobuio, e in particolare Piero Lanini -cantante del gruppo e quindi responsabile dell’interpretazione, nonché autore di tutte le musiche-, è invece riuscita a regalarci un impianto musicale più che credibile, rendendo le poesie di Bordoni autentiche canzoni d’autore di straordinaria contemporaneità, nonostante la ricchezza di toscanismi renda necessaria qualche traduzione nel libretto allegato. La seconda sorpresa è che gli arrangiamenti, curati dall’irlandese del Casentino Massimo Giuntini, nonché suonatore di svariati strumenti oltre alle sue amate Uilleann Pipes, sono di grande efficacia e suggestione, pur lasciando alla parola il doveroso primo piano. Un disco colto ma al contempo assolutamente folk, ennesima dimostrazione della magica flessibilità del genere cui questo sito è dedicato. Nella formazione, essenziale e convincente, anche un altro personaggio ben noto a queste pagine: Vieri Bugli, che milita insieme a Giuntini nei Whisky Trail, al violino. Nel segno della qualità, da Poppi a Sligo e ritorno. Un cenno di lode all’etichetta Radici Music Records per aver creduto nel progetto e averlo confezionato con l’abituale cura ed eleganza.
Contatti:
www.radicimusicrecords.it
massimogiuntini@libero.it
Roberto G. Sacchi
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