Culturalmente apolidi e musicalmente coinvolgenti, sia per emozionare sia per trascinare nel vortice della danza, lo sono più o meno tutti i gruppi che fanno buon klezmer. Ma questa Klezmer Alliance, lasciatecelo dire, ha una marcia in più, interpretando alla lettera il significato del nome del genere, che come noto deriva dalle parole yiddish kley e zemer, che significano strumento del canto. Punti di forza della formazione sono infatti la straordinaria voce del moldavo Efim Chorny, i clarinetti di Bernd Spehl e, evento non necessario nel klezmer ma in questo caso eccezione molto significativa, il pianoforte di Susan Ghergus. A ciò si aggiunge una sezione ritmica che tutti vorrebbero avere, con il batterista Guy Schalom sugli scudi. L’assenza del violino in organico non è assolutamente percepibile e il suono d’insieme è compatto e vincente, con le armonizzazioni che si esprimono attraverso il fitto tessuto delle corde pizzicate o a plettro. Si dice che la grande forza della Klezmer Alliance sia lo spettacolo dal vivo: in attesa che ci capiti questa fortuna, ci accontentiamo (si fa per dire) del disco, inciso con immediatezza e prestanza tali da non far rimpiangere la mancanza dell’impatto live. Indispensabile per gli amanti del genere, ottimo inizio per chi vuole sperimentare nuovi ascolti.
Dario Levanti
Lascia un commento