di Tiziano Menduto
Ci sono mondi musicali così ricchi di sfumature che è difficile raccontarli con un titolo o presentarli con un’etichetta. Ci sono mondi che nascono nella mente di un compositore attraverso l’incontro di viaggi, passioni e suggestioni, che si alimentano della voglia di sperimentare e sperimentarsi, che partono sì dallo spunto di una tradizione, dal timbro di uno strumento ricco di storia, ma per andare poi oltre e provare ad aprire porte nuove.
Sicuramente questo è il caso di Tales from Norway, un lavoro del violinista, violista e compositore Krishna Nagaraja che si è sempre avvicinato alla musica da direzioni molto diverse, ma complementari. Partendo dal violino e dalla viola barocca, la sua passione lo ha portato verso la musica tradizionale nordica (incrociando per qualche anno anche il mio percorso musicale) fino ad arrivare a Helsinky (Accademia Sibelius, una delle più grandi università di musica in Europa), dove si trasferisce per frequentare un Master in Global Music. Tutti questi incroci e la voglia di sperimentare l’interazione tra generi e stili – mescolando folk, musica antica e contemporanea – lo avvicinano poi a uno dei quartetti d’archi finlandesi più premiati e di maggior successo internazionale, i Meta4.
Il suo lavoro, prodotto nel 2022 dall’etichetta olandese Challenge records, raccoglie due sue composizioni basate sul repertorio norvegese del violino dell’Hardanger o hardingfele, un particolare strumento, legato a tanti miti e leggende norvegesi, che possiede quattro o cinque corde che corrono sotto la tastiera e che vibrano per simpatia quando la loro frequenza è stimolata dalle corrispondenti note delle corde superiori. Il suo suono è unico, accattivante e ricco, l’ideale per l’accompagnamento di ore e ore di danza. Nel libretto allegato al cd si racconta che tradizionalmente i buoni suonatori di hardingfele conoscessero abbastanza melodie per coprire l’arco di un’intera notte di danze e abbastanza modi per variarle e farle sembrare sempre diverse.
Le due composizioni attraversano, come un ponte tra mondi confinanti, la tradizione norvegese, la musica classica contemporanea e antica con reminiscenze di ritmiche indiane e sfumature progressive metal (come indicato dallo stesso autore).
Il primo brano, per quartetto d’archi, è Stringar, interpretato dai finnici Meta4.
In tre diversi movimenti il quartetto viaggia attraverso gli springar norvegesi, danze tradizionali affini alle più conosciute polske svedesi. Si parte dagli springar della Norvegia occidentale, si va verso sud con i telespringar del Telemark nel Sud e si arriva agli ipnotici valdresspringar nella Norvegia orientale.
Il secondo brano, A Norwegian Suite, è affidato invece al solo hardingfele di Krishna Nagaraja ed è costruito come un racconto in quattro parti (quattro movimenti) che parte da alcune melodie ascoltate nel Setesdal, una valle isolata nel sud norvegese ricca di tradizioni musicali.
Nel primo movimento (Lyarslått) si fa riferimento ad alcune particolari melodie (slåtter) suonate tradizionalmente per il piacere dell’ascolto, magari per attirare l’attenzione durante una festa o per dare una pausa ai danzatori. Sono melodie caratterizzate dall’assenza di una struttura ritmica fissa che nella composizione di Krishna quasi ricordano una Toccata barocca o un brano improvvisato indiano.
Nel secondo movimento (Nøkkenslått) si racconta del Nøkken, uno spirito dell’acqua, presente nel folklore norvegese. Il paesaggio sonoro del brano vuole evocare la capacità magica e inquietante dello spirito di annegare le vittime nell’acqua.
Il terzo movimento (Huldreslått) è dedicato invece al regno sotterraneo delle fate delle foreste norvegesi e il quarto (Vandreslått), che conclude l’intero CD, è un vagabondaggio musicale attraverso diversi territori e diverse musiche – springar, gangar e halling – accompagnato da un continuo battere di piedi, che tuttavia a volte – come ricorda il libretto nel cd – entra in una contemplazione immobile ed eterea: la luce della luna che brilla sulla superficie increspata di un lago, il respiro tranquillo delle radure della foresta, l’eco di un richiamo lontano che agita e placa lo spirito inquieto di un vagabondo musicale.
Non è in realtà la Norvegia della tradizione quella che ci restituisce il lavoro di Krishna Nagaraja, non vi aspettate di poter danzare al suolo di uno springar o saltare al sussulto di un halling. Nel suo lavoro c’è molto di più che una tradizione, c’è una rivisitazione capace di raccontare mondi musicali possibili, di soffermarsi su paesaggi di note restituendoceli come paesaggi di immagini vissute. Ci sono risonanze ed echi, quelli dell’hardingfele, che rimangono nell’aria anche quando spengo il lettore cd e appoggio la mia penna per concludere la recensione.
Artista | KRISHNA NAGARAJA |
Titolo | TAles from Norway |
Label | Challange Records |
Supporto | CD |
Anno | 2022 |
Sito | https://www.challengerecords.com/products/16462161583980 |
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