di Andrea Del Favero
Parlando di un grupo come La Macina non possiamo tralasciare l’appassionato e appassionante lavoro sul territorio che il gruppo stesso ha svolto, con in testa Gastone, Giorgio e i poi i vari musicisti che ne hanno fatto parte nei quasi cinquant’anni di vita della formazione musicale: una ricerca etno-musicologica attenta e un turbinio d’iniziative a cavallo fra la tradizione, o la ripresa delle tradizioni, e il revival. Al centro di tutto ciò c’è il canto marchigiano, perché La Macina è prima di tutto ed essenzialmente un gruppo marchigiano.
Ora abbiamo tra le mani il loro primo CD registrato dal vivo, testimonianza della vibrante presenza sul palcoscenico con la quale sanno coinvolgere gli spettatori. Allegato alla preziosa confezione cartonata che contiene un libretto di un’ottantina di pagine troviamo un DVD, che contiene il documentario Gastone se canti, te lega, a cura di Filippo Paolasini e Paola Ricci, nel quale è stato ripercorso, in ventinove comuni marchigiani, il quarantennale lavoro di ricerca svolto dal gruppo – come sottolinea Gastone Pietrucci – nel cuore della cultura popolare della nostra regione.
Gruppo che è ora formato, oltre che dal fondatore Gastone Pietrucci alla voce, da Adriano Taborro alla chitarra, al mandolino e alla voce), Marco Gigli alla chitarra e alla voce, Roberto Picchio alla fisarmonica e l’ultimo arrivato in ordine di tempo, Riccardo Andrenacci alle percussioni e alla batteria, con il consueto e prezioso lavoro di coordinamento di Giorgio Cellinese. Il suono che esce dalle tracce del disco, che sono ben sedici, è ruvido e sporco, sa di terra e di vino, di quello buono delle colline marchigiane, sa di conoscenza antica che si è nutrita da infiniti alberi del canto, rugosi e densi di umori millenari, sa di tanto, infinito amore per la tradizione.
Nei comunicati stampi che sono stati diffusi per la presentazione del disco viene citata una frase di Roberto Leydi, che afferma: Tra i numerosi gruppi che, negli ultimi anni, hanno cercato di animare il secondo folk-revival italiano, quello marchigiano della Macina occupa un posto a parte e, a mia conoscenza, unico. Ed effettivamente la riproposta del materiale popolare da parte di questo gruppo ha sempre presentato una sua cifra stilistica di grande originalità e valore, facilmente riconoscibile al primo ascolto, vuoi per la caratteristica voce di Gastone, vuoi per l’impatto immediato del suo suono.
Questo disco, frutto delle registrazioni effettuate il 20 e 21 novembre 2014 al Teatro Goldoni di Corinaldo in provincia di Ancona, ci restituisce La Macina nel suo essere, con la freschezza e l’attualità del suono degli anni Duemila a sostenere la voce di Gastone: gran bel disco davvero, finalmente dal vivo riempiendo un vuoto nella loro discografia. Una lunga carrellata che inizia da Bella sei nada femmina, una dei canti più belli in assoluto della Penisola, per terminare con Pipicinterra Maestro della Terra, un classicone de La Macina, passando per una lunga serie di piccoli capolavori, tra i quali un inedito, E me ne vojo ji’ mare pe’ mare.
Disco, DVD, un libretto di ottanta pagine con scritti di Francesco Scarabocchi, Allì Caracciolo, Massimo Raffaelli, Carlo Cecchi: un album prezioso, nel quale è racchiusa tanta passione e tanto amore, un disco che scalda il cuore e non può mancare in un’ideale discografia del folk italiano.
LA MACINA – NEL VIVO DI UNA LUNGA STORIA – CD + DVD, Squilibri, € 20, formato 13×13, copertina cartonata, 80 pp. con foto e disegni a colori
https://www.squilibri.it/catalogo/crinali/la-macina-nel-vivo-di-una-lunga-storia.html
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