Leggermente in ritardo, come sottolinea Borghi nel consueto editoriale riassuntivo delle tematiche del numero in uscita, eccoci la nuova Piva dal Carner bella pronta e apparecchiata.
Il tredicesimo numero che abbiamo sotto gli occhi segna anche un significativo traguardo: il gemellaggio con la rivista “Utriculus”, sancito attraverso un protocollo d’intesa pubblicato insieme con indice dei primi quattro numeri della sua nuova serie.
La sezione “Tribuna” si apre con due interventi di Marco Bellini e di Paolo Nardini, nalizzati rispettivamente all’analisi di come s’intende e/o si debba intendere, oggi, la musica tradizionale (in una fase culturale, si legge, “caratterizzata da una attuale percezione confusa della cultura tradizionale”, in difesa della propria identità) e un resoconto di una esperienza laboratoriale positivamente realizzata in Maremma con la collaborazione di varie entità territoriali, non ultima l’Archivio delle Tradizioni Popolari della Maremma Grossetana.
Per la sezione “Piva”, Daniele Bicego riferisce opportunamente sulla “müsa” conservata al “National Museum of Scotland” di Edimburgo (collezione Fraser), resa nota da Bagpipes, il noto libro di Anthony Baines.
La ricca sezione “Contributi” comprende un’efficace ricerca storico-musicale di Rinaldo Doro, che focalizza le presenze musicali in area canavesana, nonché due articoli di Anna Ferrari e Brunetta Partisotti, dedicati ai padri partigiani. Il primo è incentrato su una lettera che Didimo Ferrari (il commissario politico “Eros” della 44a Brigata Garibaldi) inviò alle figlie per spiegare loro una tecnica musicale che aveva adottato nel 1931 per fare propaganda antifascista. Nel secondo è redatta una nota biografica su Albo Partisotti, il “Principe”, autore del testo della canzone “Bel partigiano” (vedi PdC n.9 pag.31 n.d.r.)
Proseguono in “Non Solo Folk” le storie di vita. Franco Piccinini ricorda un importante episodio dell’antifa-scismo reggiano, dovuto al coraggio di Gino Bassi, diffusore della stampa comunista clandestina, che issò una bandiera rossa sulla ciminiera dello “Stabilimento Calce e Gesso” di Ventoso di Scandiano. A Paolo Vecchi e Paolo Simonazzi si deve invece un ritratto della libera vita di Zaira Veratti, già staffetta partigiana in Val d’Ossola: chi frequenta la casa di Paolo Simonazzi non può non ricordarla!
Come sempre un piacere ricevere La Piva! Un appuntamento d’obbligo e un bel po’ di ore da passare in breve a leggerne i contributi e, soprattutto, a ragionarci su.
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