Cambiare per rimanere fedeli a se stessi!
Quanti anni, quante belle leetture, quante notizie interessanti sono apparse su La piva dal carner; credo non ci siana parole sufficienti ad esprimere il ringraziamento che tutti noi, musicisti e appasionati delle tradizioni popolari dovremmo innalzare a chi in questi anni ha saputo tenere accesa la fiamma.
Bene, accogliamo con grande gioia questi cambiamenti di veste grafiche che, pur rimanendo in un solido solco tradizionale, rendono la lettura decisamente più gradevole, come si augura Marco Bellini nel saluto introduttivo a questo numero.
Maggiormente strutturata in rubriche, ora “La piva” nella “Tribuna” vede i contributi di Giancorrado Barozzi, che interviene in merito alle polemiche sulla Notte della Taranta, Antonio Canovi che ci conduce attraverso nuove geoesplorazioni nel campo del canto popolare e un lucido intervento di Giuseppe Michele Gala che esamina da par suo i fenomeni della conservazione e reinterpretazione della musica e del ballo etnico.
Cesare Bermani, ospite d’eccezione, apre il settore “Contributi” descrivendo le condizione nelle quali vennero effettuate negli anni Sessanta le ricerche sul canto popolare nel Novarese e nel Vercellese. Rinaldo Doro illustra l’uso del contrabbaso in Piemonte e nella Val d’Aosta, Claudio Gnoli raccota dell’attività dei pifferai Giovanni Agnelli e Forentino Azzaretti nella collina Reggiana.
Il contributo di Bruna Montorsi giunge da un Burkina Faso scosso da venti di guerra e documenta due canti dell’etnia Mossi in lingua Morè. Chiude Andrea Talmelli con un saggio sulle questioni metriche e ritmiche tra musica colta e musica popolare.
“Nonsolofolk” accoglie infine le argomentazioni di Denis Ferretti sulla dignità della grammatica del dialetto, mentre Franco Piccinini confeziona un bel racconto su un gruppo di sovversivi che cantano Bandiera Rossa.
Che dire… lunga vita a “La Piva dal Carner”, continuate a inondarci di notizie, commenti, racconti, foto e contributi!
Andrea Del Favero