La Quadrilla è il gruppo che è risultato vincitore dopo la lunga cavalcata attraverso l’Italia intera della carovana di Suonare@Folkest 2018 e il setaccio della doppia serata finale di Spilimbergo, il 6 e il 9 luglio scorsi.
Folk Bulletin: Come siete venuti a conoscenza del concorso Suonare@Folkest e per quale motivo, principalmente, avete deciso di partecipare?
La Quadrilla: Conoscevamo già l’esistenza del concorso, poi l’anno scorso, ascoltando il nostro disco, l’amico Bratiska ci dice: perché non mandate la candidatura al Folkest? Secondo me fa al caso vostro – e così abbiamo fatto, era una buona occasione per provare a portare la nostra musica un po’ più lontano, e dobbiamo dire che aveva proprio ragione
Folk Bulletin: Parliamo di voi e della vostra musica: presentatevi specificando i singoli strumenti, il genere, perché lo avete scelto, da cosa traete ispirazione?
La Quadrilla: La Quadrilla nasce dall’incontro artistico tra Nicola Lollino (voce e mantice, nonché autore di tutti i testi) e Antonino Urzì (chitarra armoniosa) nell’autunno del 2013. I due, pur conoscendosi da diversi anni, non avevamo mai collaborato. Inizia così un primo lavoro di arrangiamento da parte di Antonino, che ha un passato musicale di stampo prevalentemente pop-rock, delle idee che aveva in testa Nicola, da sempre vicino al mondo del cantautorato italiano e con già all’attivo alcuni progetti inediti. La partecipazione al Premio Buscaglione 2014 è l’occasione per mettere in piedi la band che inizia a prendere forma con l’arrivo alla batteria di Gianni Pitzalis (ritmi incalzanti) e Dario Balmas al basso (corde grosse). L’unione tra un cantautore, un chitarrista pop-rock, un batterista prog-metal e un bassista jazz porta la fusione delle diverse influenze musicali alla genesi del nostro sound. Si susseguono così i primi live nei locali e nei festival del torinese. Nel 2015 alle corde grosse arriva Manuel Cordoni, con il quale abbiamo continuato l’attività live e ultimato la produzione del nostro primo disco L’Impresa, uscito nel dicembre 2016, a cui è seguito un periodo di stallo. La convocazione per le selezioni di Suonare@Folkest e l’arrivo di Amedeo Saluzzo alle corde grosse ha dato nuova linfa alla band, è ripresa l’attività live, sono nati nuovi brani ed è arrivata la vittoria a Spilimbergo. Non sappiamo definire esattamente il nostro genere, durante la scrittura dei brani non ci poniamo nessun limite stilistico e lasciamo che il gusto e le inclinazioni di ognuno contaminino l’arrangiamento. Ecco così che le canzoni passano dal più canonico cantautorato al reggae passando per le melodie ammiccanti del pop senza disdegnare puntate al rock e alla musica psichedelica. In pratica, diciamo che vale tutto… quello che accomuna tutti i brani è il tentativo di spronare le coscienze, un invito a riflettere, trattando temi delicati e spesso scomodi (immigrazione, mafia, inquinamento, razzismo) mantenendo sempre un pizzico di sana ironia
Folk Bulletin: Da dove venite e com’è, dalle vostre parti, la situazione della musica dal vivo?
La Quadrilla: Noi veniamo da Pinerolo (TO) cittadina dove la musica è sempre stata grande protagonista, ha dato i natali ad esempio agli Africa Unite di Bunna e Madaski, ma che oggi soffre, come gran parte del territorio nazionale, di una sorta di apatia artistica verso le nuove proposte preferendo ascolti più stereotipati. Così a farla da padrone è tutto il movimento delle Tribute/Cover Band con il risultato che lo spazio disponibile per chi prova a proporre la propria musica si restringe. Noi comunque continuiamo a provarci e occasioni come Suonare@Folkest sono quindi da prendere al volo.
Folk Bulletin: Qual è il vostro rapporto con la musica tradizionale e il territorio di provenienza?
La Quadrilla: A dire il vero non abbiamo avuto grossi rapporti con la musica tradizionale del nostro territorio, tranne in occasione del Ruderi Rock Festival di Villafalletto (CN) lo scorso giugno quando abbiamo aperto il concerto del Gran Bal Dub, un progetto di Sergio Berardo (Lou Dalfin) e Madaski (Africa Unite) dove le musiche tradizionali occitane incontrano l’elettronica. In futuro… chissà!
Folk Bulletin: Avete già pubblicato dei dischi? Quali sono state le vostre esperienze con il mondo discografico italiano?
La Quadrilla: Al momento abbiamo all’attivo un disco totalmente autoprodotto, L’Impresa, uscito nel dicembre del 2016 ed è in cantiere la produzione di un nuovo lavoro che inizierà il prossimo autunno. Praticamente possiamo dire di non avere avuto alcuna esperienza con il mondo discografico italiano, abbiamo fatto tutto in totale autonomia.
Folk Bulletin: Torniamo a Suonare@Folkest: come vi siete trovati, cosa ricordate soprattutto di quella serata dedicata alle selezioni dal vivo? Come vi siete trovati a Folkest in Friuli?
La Quadrilla: Ci siamo trovati semplicemente benissimo, sia in occasione delle selezioni in Liguria, a Loano, che della fase finale in Friuli. In entrambe le occasioni siamo riusciti a organizzare dei mini-tour. Abbiamo così avuto modo di portare la nostra musica al di fuori dei soliti contesti, potendo testare la reazione di un pubblico diverso, che dobbiamo ammettere, ha superato ogni nostra più rosea aspettativa. Del Friuli ricordiamo, oltre a un calore e un’ospitalità davvero sopra la media, soprattutto l’enorme emozione provata quando, durante il nostro concerto al Rifugio Tolazzi di Forni Avoltri (UD), un ragazzo si è avvicinato al palco porgendoci un braccialetto giallo e chiedendoci di suonare una nostra canzone che aveva scovato su YouTube. Che dire… wow!! Non capita tutti i giorni. Abbiamo così deciso di riproporla durante la serata finale a Spilimbergo: l’applauso della piazza subito dopo le prime parole della canzone… un’emozione indescrivibile, si trattava di Giulio Regeni.
Le foto sono state scattate a Spilimbergo (PN), nel corso di Folkest 2018 e sono di Walter Menegaldo.
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