Il Laboratorio Piazza De André, e il premio a esso collegato, giungono alla nona edizione in una piazza dedicata al cantautore genovese. Una dedica che non si limita solo alla toponomastica, ma ha visto la creazione di un palco-monumento che ne rappresenta il ricordo, in un luogo dove la frequentazione è legata anche a strutture significative della vita cittadina, come le poste o la biblioteca civica.
Negli anni, come ospiti della manifestazione, si sono alternati musicisti e collaboratori di De André oltre a varie personalità tra cui ricordiamo Don Gallo, Dori Ghezzi, Lella Costa, Riccardo Tesi, Mauro Pagani, Armando Corsi, ma soprattutto artisti che si sono ispirati o hanno avuto punti in comune con le sue tematiche. Il tentativo è stato quello di evitare una sorta di juke-box celebrativo con la semplice riproposizione delle sue canzoni, ma produrre progetti originali.
Anche per questo, dal 2017, è stato creato il Folk Music Meeting che prevede la partecipazione al Laboratorio Piazza De André di esponenti della musica popolare italiana e internazionale.
La musica popolare italiana è uno dei pochi generi musicali che hanno una propria specificità ed una collocazione propria nel circuito internazionale. Le tematiche variano: dalla condizione del mondo degli ultimi, tanto care all’artista genovese, a momenti di festa, ballo, aggregazione popolare, riscoperta di strumenti tradizionali di grande qualità, ricerche di etnomusicologia per trovare radici e tradizioni musicali che rischiano la scomparsa.
Dopo il successo del concerto di presentazione dello scorso 1° giugno alla Fortezza Firmafede con Ambrogio Sparagna e la sua Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, il Laboratorio Piazza De André Folk Music Meeting si sposta nel suo luogo naturale e d’origine, la piazza e il palco dedicati al grande cantautore genovese.
Quest’anno si è ritenuto di continuare ed arricchire il percorso tracciato, con diverse declinazioni della musica delle tradizioni ed il programma della due giorni è quanto mai ricco di proposte che presentano strumenti e musiche in arrivo da varie regioni italiane e dal mondo.
Si comincia sabato 25 agosto, con una conferenza nel pomeriggio presso la Biblioteca Civica attigua al palco, in cui si parlerà dello stato di salute della musica folk in Italia, alla presenza di giornalisti e vari esponenti del settore, nella speranza che ricerche e proposte vengano sempre più promosse e portate all’ascolto del pubblico.
Dalle 21, dopo l’intervento in cartellone ogni anno dei giovani del presidio sarzanese di Libera, associazione contro le mafie, si inizia con i concerti e le proposte musicali, che vedranno alternarsi sul palco il folk tradizionale dell’Appennino emiliano-tosco-ligure della Banda Benelli, le meravigliose atmosfere create dalle arpe celtica e bardica del virtuoso Vincenzo Zitello, uno dei più grandi interpreti al mondo di questo strumento a corde, e un omaggio al grande Faber, con le musiche e i racconti di casa De André del cantautore Federico Sirianni, autore di uno spettacolo che sta avendo grande successo in molte piazze italiane.
La serata, dal titolo Faber e il Folk, vuole inoltre celebrare il grande rapporto che l’artista genovese aveva con il folk dal mondo, testimoniato in modo eccellente da sui album quali Creuza De Mà e Anime Salve.
In questo spirito e per queste motivazioni si è deciso di consegnare il Premio Piazza De André 2018 a un progetto che mette in stretta relazione Faber e la musica folk: Canti Randagi volume 1 e 2 sono due progetti discografici in cui le canzoni di Fabrizio sono state riarrangiate e interpretate in musiche e lingue regionali da vari artisti e affermati esponenti della musica popolare Italiana. I due produttori e ideatori del progetto, Adele Di Palma e Andrea Del Favero, saranno sul palco nella parte centrale del concerto a ritirare il Premio dalle mani del Sindaco di Sarzana e del direttore artistico della manifestazione, alla presenza dei Presidenti Arci-Uisp Sarzana-Spezia-Valdimagra.
Domenica 26 agosto, seconda serata della manifestazione, sarà interamente dedicata alla straordinaria ricerca etnomusicale dello scrittore, musicologo, ricercatore americano Alan Lomax, una delle più importanti e leggendarie figure nella etnomusicologia internazionale. Dopo aver portato alla conoscenza pubblica, in anni di ricerche nel sud degli Stati Uniti, del blues e folk rurale, facendo emergere musicisti e leggende come Son House, Muddy Waters, ecc., nel 1954 e 1955 Lomax girò l’Italia in lungo e in largo, accompagnato dal musicologo Diego Carpitella e registrando in modo avventuroso e straordinario decine e decine di canti popolari e di lavoro in varie regioni italiane, pubblicati in due vinili e documento di inestimabile valore della cultura musicale del nostro paese. L’anno più felice della mia vita – Un viaggio in Italia 1954-1955 è il libro-diario che racconta questa straordinaria avventura, curato da Goffredo Plastino, insegnante di etnomusicologia alla Newcastle University, e con la presentazione del regista americano Martin Scorzese.
Di questo e del film in lavorazione in questi giorni prodotto da Cinecittà-Istituto Luce, che ancora una volta testimonia realtà di musica popolare in Italia, si parlerà ad inizio serata con il regista e ideatore Luigi Monardo Faccini, intervistato sul palco di Piazza De André.
Il concerto partirà con l’esibizione del gruppo La Squadra del Trallalero di Genova, ancora oggi interpreti del canto polifonico dei lavoratori di Genova, già registrati da Lomax nel 1955, e a seguire, ospiterà il maestro Luigi Lai, il maggior interprete al mondo delle Launeddas sarde. Questo particolare e affascinante strumento e le sue musiche rappresentano, assieme a quelle del Canto a Tenores, le espressioni della tradizione sarda più conosciute nel mondo. Attualmente l’areale di diffusione copre soprattutto la parte meridionale dell’isola ma nonostante ciò sono un emblema identitario della Sardegna intera.
Le presunte origini dello strumento si fanno risalire a circa tremila anni fa grazie al ritrovamento di un bronzetto (Ittifallico), ritrovato nel nord dell’isola (a Ittiri, da cui il denominazione), che rappresenta un suonatore di strumento a fiato con tre canne in bocca, di cui due tenute con la mano sinistra e una con la mano destra, esattamente come lo strumento in uso oggi.
Le Launeddas sono uniche, nonostante le affinità con altri strumenti del mediterraneo, per tecnica costruttiva, numero di canne utilizzate, numero di famiglie di strumenti in uso, per la loro sonorità peculiare, ma anche e soprattutto per la tecnica esecutiva e i repertori. Questa unicità attira l’attenzione dei profani e specialmente degli studiosi di tutto il mondo.
La storia delle Launeddas attraversa periodi di grande fulgore (tra le due guerre), ma anche di profonda crisi (nel secondo dopoguerra). Oggi per fortuna, lo strumento, gode di ottima salute al punto tale che il Conservatorio di Cagliari ha avviato un corso accademico, a esso dedicato, che vede come docente il massimo rappresentante attualmente in attività: l’ottantaseienne Luigi Lai, osannato interprete in tutto il mondo, nonché depositario e riarrangiatore dei brani della tradizione e autore di nuovi repertori.
L’incontro-concerto, con l’ausilio del chitarrista-etnomusicologo Corrado Pusceddu, consentirà di addentrarsi nella complessità di uno strumento all’apparenza povero, nella sua storia, nella sua organologia con una meticolosa descrizione delle sue parti, dei materiali utilizzati, del raffinato sistema dei Cuntzertus (le diverse famiglie di Launeddas), del sistema di respirazione, della tecnica esecutiva, degli interpreti del passato e del presente, dei costruttori, ma anche e soprattutto dei contesti e dei repertori.
Chiuderanno il concerto il chitarrista Franco Morone e la cantante Raffaella Luna che interpreteranno brani della tradizione popolare del centro-sud Italia. Autore di un bellissimo lavoro discografico dedicato ai saltarelli, tarantelle e altre danze tradizionali arrangiate per chitarra fingerstyle, Franco Morone è oggi il più virtuoso e lirico chitarrista acustico italiano, inserito a pieno merito tra i grandi interpreti della scena chitarristica internazionale. Oltre a presentare questi brani strumentali per sola chitarra, con l’intervento vocale di Raffaella Luna, i due artisti interpreteranno una serie di ballate e canzoni popolari della tradizione italiana.
Laboratorio Piazza De André Folk Music Meeting si presenta quindi ancora una volta come un progetto unico, un giusto mix di ricerca culturale musicale e un’occasione di spettacolo e divertimento.
Ad arricchire la proposta ci saranno nei due giorni della manifestazione i concerti nelle piazze di Sarzana della Banda Benelli e dei Slim River Boys e all’interno della biblioteca civica si svolgeranno seminari didattici su alcuni strumenti musicali: Vincenzo Zitello curerà uno stage sull’arpa celtica nella giornata di sabato 25 agosto e Mauro Manicardi un incontro didattico sull’organetto diatonico nella giornata di domenica 26 agosto.
La manifestazione è organizzata con il contributo del Comune di Sarzana, dell’ARCI Valdimagra e dell’UISP La Spezia-Valdimagra.
La direzione artistica ed organizzativa è dell’Associazione Culturale Armadillo Club e del suo presidente Alessio Ambrosi.
Un ringraziamento particolare all’Amministrazione del Comune di Sarzana per il contributo e il sostegno al progetto, credendo nella sua valenza culturale e nello sviluppo futuro.
Il Premio Piazza De André è un’opera di scultura del maestro Giampiero Paita.
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