Autentici ambasciatori della musica cajun nel mondo, Michael Doucet & Beausoleil non debbono essere focalizzati come depositari passatisti, ma piuttosto come dei riformisti tradizionalisti che, pur percorrendo un tragitto filologico, hanno saputo rinfrescare la musica cajun tradizionale… il merito principale di Doucet & sodali è quello di aver avuto un approccio rinvigorente della tradizione senza snaturarne l’ossatura generatrice; hanno saputo iniettare una spinta vitale dettata dalla passione per le proprie tradizioni culturali, per la propria terra e per i colori del bayou proprio partendo dagli elementi basilari e nutrendosi della magica attitudine aggregante della musica.
Indubbiamente i Beausoleil sono dei colonnelli, dei maestri che impersonano la generazione della “vecchia guardia” e che possono guardare con soddisfazione alle giovani leve che si sono nutriti con i frutti delle loro sementi, un nome su tutti i bravissimi Pine Leaf Boys (altamente consigliato il loro recente cd “Back Home”, un esempio di salutare rigenerazione tradizionale).
I lettori più affezionati sanno come la musica cajun personifichi una delle tradizioni più particolari del patrimonio culturale americano e una delle trasmissioni della memoria meglio conservate e meno dominate dal business musicale. Una tradizione autoctona chiusa e tesaurizzata, radicatasi nel clima umido dell‘ingarbugliata rete di canali del bayou e figlia di una popolazione di origine francofona che nella seconda metà del settecento venne espulsa dalle province canadesi della “Nuova Scotia” (nominata anche “Acadia”) a causa delle persecuzioni religiose derivanti il passaggio alla corona britannica e la conseguente anglicanizzazione protestante; l’arruffata peregrinazione degli acadians (da cui deriva la storpiatura <cajun>) li portò infine nel sud ovest della Louisiana dove trovarono rifugio nell’area acquitrinosa del bayou…
Michael “prof of fiddle” Doucet (nato il 14 febbraio 1951 a Scott, una piccola località nel cuore della terra cajun dalle parti di Lafayette, Louisiana) è uno dei più conosciuti interpreti di musica cajun; con i suoi Beausoleil è in pista dalla metà degli anni settanta e sul suo archivio si possono conteggiare almeno una quarantina di dischi. Al suo fianco ci sono sempre il fratello David Doucet (guitar & vocals), Jimmy Breaux (accordion), Mitch Reed (bass, violino, banjo, electric guitar), Tommy Alesi (drums) e Billy Ware (rubboard, triangle). In questo nuovo CD, composto da 18 tracks per oltre 77 minuti ripeschiamo lo spirito genuino della tradizione cajun, classici brani vessilliferi della canzone popolare della Louisiana, two steps & waltzes, songs effervescenti e carezzevoli passionalità… Tra le varie songs è imperativa la citazione di pezzi come “Acadian Two Step” o la brillante “Tu Peut Pa Mes Refuser”: tracks piene di vivacità e dinamismo pungolante con fisarmonica & violino in attacco incitati da una gioiosa veemenza ritmica.
“Evangeline Waltz” e la malinconica “Valse Des Grandes Meches” si muovono su impulsi più languidi mentre in “Cajun Crawl” c’è un proponimento swing.
“Zydeco Gris Gris” ha un intro gitano e deambula con movenze un po’ stralunate; da “Reel De Nez-Pique” e da “Grand Mallett” viene fuori l’invito a un ballo genuino e popolare e la stessa spigliatezza la sentiamo affiorare in “Sur Le Courtableu” e in “Cher Bebe”.
Particolarmente stuzzicanti sia il traditional “Mardi Gras Song” (di cui rievoco anche una bella versione di Zachary Richard) sia lo splendore dell’evocativa “Chanson D’Acadie” o la chiusura allucinata de “Le Soleil Brille”.
Anche se forse sa di già sentito, “Laissez Les Bons Temps Rouler” è da valutarsi come una delle più riuscite tra le ultime prove di Michael Doucet & Beausoleil.
Claudio Giuliani
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